Sanremo 2020, Rula Jebreal fa piangere figlia e Ariston: "Mia mamma stuprata, si è bruciata viva"
L'attesissimo monologo di Rula Jebreal non ha deluso gli spettatori del Festival di Sanremo e neanche la platea dell'Ariston, che si è commossa con lei e la figlia e le ha dedicato un'ovazione. Impossibile rimanere indifferenti dinanzi alle sofferenze di una donna che ha perso la madre suicida per un episodio di violenza. Dal palco la Jebreal lancia un accorato appello: "Lasciateci essere quello che siamo o quello che vogliamo essere, madre di dieci figlie o di nessuna, casalinghe o donne in carriera". Poi si rivolge agli uomini: "Siete nostri complici, nostri compagni, indignatevi insieme a noi quando ci si chiede 'lei cosa ha fatto per meritare quello che è accaduto?'". Per approfondire leggi anche: "Stasera facciamo un passo avanti", capito Amadeus? Rula sottolinea di essere stata scelta per celebrare la musica e le donne, ma "sono qui a parlare delle cose di cui è davvero necessario. Certo, ho messo il vestito migliore per questa serata, ma il senso di tutto ciò è nelle domande giuste. Chiedetevi com'era vestita la Jebreal, che non si chieda mai più a una donna stuprata com'era vestita quella notte". Rula parla anche del dramma di sua madre Nadia: "Ha avuto paura di quella domanda, non ce l'ha fatta e come lei tante altre donne. Mia mamma ha perso il suo ultimo treno quando io avevo 5 anni, si è suicidata dandosi fuoco, fu brutalizzata e stuprata due volte: a 13 anni, da un uomo che la conosceva. Le ferite sanguinano molto di più quando non si è creduto". Infine la Jebreal chiude con una richiesta di libertà e rispetto: "Non vogliamo più essere vittime o orfane. Lo devo a mia madre, lo dobbiamo a noi stesse, alle nostre figlie. Vogliamo essere note, silenzi, libere nel tempo e nello spazio. Vogliamo essere questo: musica". "Lasciateci essere quello che siamo e quello che vogliamo essere"@rulajebreal #sanremo2020 #sanremo70 pic.twitter.com/SoEYqzMXJs— Rai1 (@RaiUno) February 4, 2020