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Ebola, rischio di contagio lampo: stretta su trapianti e trasfusioni di sangue

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Giulio Bucchi
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Il virus Ebola potrebbe essere presente nel sangue e negli organi di una persona contagiata prima che l'infezione si manifesti con sintomi conclamati, e quindi prima dei 21 giorni di incubazione ritenuti "canonici" dagli esperti. Per questo  motivo, il Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc) ha  indicato agli Stati membri Ue, attraverso un documento ad hoc, di escludere dalle donazioni di sangue, organi, tessuti e cellule "le persone che si siano recate negli ultimi 60 giorni nei Paesi a rischio", i più colpiti dall'epidemia di Ebola, dice all'agenzia Adnkronos Salute Alessandro Nanni Costa, direttore del Centro nazionale trapianti.  "Abbiamo ricevuto una comunicazione dagli Ecdc - conferma Nanni Costa - e, dopo esserci confrontati con il ministero della Salute, abbiamo inoltrato a tutti i centri regionali di riferimento per i trapianti d'organo una circolare in cui avvertiamo di questa possibilità, pur essendo altamente improbabile. Le indicazioni dell'autorità europea sono di non usare organi, tessuti e cellule, di chi si è recato negli ultimi 60 giorni nei Paesi a rischio". Questo perché, come si legge sul documento Ecdc, si calcola un periodo della lunghezza pari al doppio di quella dell'incubazione, che alcuni esperti hanno prolungato a 25 giorni. "C'è un periodo in cui il virus Ebola si sviluppa senza che una persona sia contagiosa", pari a 21 giorni, ricorda l'esperto, "ma in questo stesso periodo è possibile che il virus si sviluppi dentro gli organi" e il sangue, "e quindi l'ipotesi di trapianto" o di donazione "è escluso preventivamente. Ci tengo però a sottolineare - puntualizza il direttore del Cnt - che è una misura preventiva identica a quelle che sono già state prese per altri casi di infezioni a rischio, come ad esempio l'influenza pandemica, ed è un sistema di prevenzione abituale. Non c'è alcun rischio", conclude.

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