In Madagascar è tornata la peste: oltre 100 morti e 1300 contagi da agosto
In Madagascar è tornata la peste. Quella che sembrava una malattia confinata alle pagine della letteratura, è divenuta di attualità nell'isola dell'Oceano Indiano, dove da agosto sono morte 124 persone e oltre 1300 sono state contagiate. A preoccupare sono i dati molto elevati rispetto al passato, e la forma polmonare della peste. Non si tratta infatti della classica forma veicolata dalle pulci dei ratti, ma è una tipologia che si trasmette per via aerea da uomo a uomo. Secondo il sito Gli Occhi della guerra, la peste polmonare se trattata in tempo con antibiotici specifici, non è letale. Il contagio si è diffuso nella capitale Antananarivo e nel principale porto dell'isola, Toamasina, costringendo le autorità ad intervenire in modo massiccio. Per prevenire il contagio le visite nei penitenziari sono state sospese, gli atenei chiusi, nelle strade e nei mercati uomini e donne con tute ermetiche girano spruzzando disinfettante. Sono stati annullati tutti gli eventi pubblici nella capitale, e l'Organizzazione mondiale della sanità è intervenuta distribuendo 1.2 milioni di dosi di antibiotici e ha istituito un fondo di garanzia da 1.5 milioni dollari. Oltre l'emergenza sanitaria, il governo si trova ad affrontare una psicosi collettiva. Le farmacie sono state prese d'assalto, e molte hanno terminato le scorte di antibiotici. Sono trent'anni che il Madagascar è colpito ciclicamente dalla peste, ma mai con un numero di contagi così alti. All'origine di quest'ondata di pestilenza c'è probabilmente la deforestazione delle aree limitrofe alle città, che ha spinto i ratti a migrare verso le zone urbane. E lì il contagio è passato dalla forma classica, trasmessa dalle pulci dei topi, a quella polmonare.