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Stephen Hawking, come la pensava sull'incontro tra esseri umani e alieni

Giovanni Ruggiero
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L'idea che ci fosse vita nell'universo ha spesso incrociato la lunga e intensa attività di ricerca dell'astrofisico Stephen Hawking, morto a oggi a 76 anni. Un'idea dalla quale lo stesso scienziato aveva provato a mettere in guardia l'umanità, ritenendo il potenziale incontro "molto pericoloso". Nel documentario "Stephen Hawking's Favorite Places", aveva teorizzato che se ci fossero esseri extraterrestri, questi andrebbero in giro per il cosmo in cerca di materie prime e naturalmente di pianeti da sottomettere. La minaccia per la popolazione terrestre sarebbe stata quindi molto concreta, tanto da invitare a non rispondere in caso di segnali provenienti da civiltà aliene. Leggi anche: Addio al mito Stephen Hawking: una vita miracolosa, oltre la scienza E qualche segnale Hawking lo avrebbe anche intercettato. Come riportato da La Stampa, da una galassia distante 3 miliardi di anni luce, era riuscito a captare 15 nuovi e misteriosi segnali radio. L'ipotesi era stata che questi segnali fossero stati emessi da una civiltà extraterrestre dalla quale, ha ribadito lo scienziato, sarebbe stato meglio tenersi lontani: "Avrebbero per noi lo stesso interesse che noi abbiamo per i batteri, e se ci andasse bene ci tratterebbero come Cristoforo Colombo trattò gli indigeni che incontrò nel nuovo mondo".

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