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Tumore al polmone, non tutti i fumatori rischiano allo stesso modo: un test rivoluzionario

Gloria Gismondi
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Quella contro il fumo è una battaglia che si combatte da anni su più fronti, dalla prevenzione alle strategie per cercare di vincere il vizio. Importanti novità sono emerse in occasione della Conferenza mondiale sul tumore del polmone dell'International Association for the Study of Lung Cancer, in corso a Barcellona. "Il tumore ai polmoni resta un big killer: è il più letale fra tutti i tipi di cancro e, con 41.500 nuovi casi diagnosticati in Italia nel 2018, si colloca al terzo posto nella classifica dei più diffusi. A causa della scoperta tardiva della malattia purtroppo soltanto il 16% dei pazienti è vivo 5 anni dopo la diagnosi", ha spiegato Giorgio Scagliotti, direttore dell'Oncologia all'Università di Torino, e presidente dell'International Association for the Study of Lung Cancer.  Tra i metodi di screening validi c'è la Tac spirale, che permette di studiare gli organi interni a 'fettine' ancora più sottili della Tac tradizionale. Questo esame permette di scoprire il tumore allo stadio iniziale. "La nostra ipotesi di partenza era che il rischio di ammalarsi per i forti fumatori non fosse omogeneo", ha spiegato Ugo Pastorino, direttore della Chirurgia Toracica dell' Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, e tra gli autori dello studio bioMILD, presentato al convegno in Spagna. "I risultati ci hanno dato ragione perché sulla base degli esiti della Tac e del test miRNA siamo stati in grado per la prima volta di profilare il rischio di malattia e di definire che, a parità di esposizione, il rischio biologico è diverso". Lo studio bioMILD si è concentrato sui dati di circa 4mila persone, fumatori e ex fumatori, di età superiore ai 55 anni, arruolate all'inizio del 2013. Tutti i partecipanti sono stati sottoposti alla combinazione dei due esami: la tac spirale a basso dosaggio di radiazioni, e il test miRNA, che consiste in un semplice prelievo del sngue. Leggi anche :Cancro al colon, la verità nelle urine: diagnosi e cura, una rivoluzione storica "I vantaggi che otteniamo sono diversi: innanzitutto, in base alla fascia di rischio viene messo a punto un programma di prevenzione personalizzato, che parte naturalmente dalla disassuefazione dal fumo. Inoltre, è possibile ridurre il numero di TAC di controllo, dal momento che chi è a rischio basso viene rivisto a distanza di tre anni. Infine, ultimo ma non meno importante, è possibile stabilire chi non necessita di cure immediate ma solo di un controllo annuale, e questo ci permette di evitare interventi che sarebbero inutili, a tutto vantaggio del paziente", ha spiegato Pastorino. Il ricercatore ha quindi concluso: "I risultati degli studi MILD e bioMILD sono la base scientifica del programma SMILE, avviato di recente nel nostro Istituto, che per la prima volta combina screening e prevenzione in uno studio prospettico randomizzato, con l'abbinamento di cardioaspirina e citisina che, insieme ad attività fisica e corretta alimentazione, permettono di abbattere i valori della proteina C-reattiva nel sangue, un importante marcatore dell'infiammazione cronica associata a un alto rischio di mortalità per il tumore al polmone. Il Programma Smile è aperto a tutti: è sufficiente avere tra i 55 e i 75 anni ed essere attualmente forti fumatori oppure ex-fumatori da meno di dieci anni. Le informazioni per entrare a far parte dello studio sono disponibili sul sito www.programmasmile.it oppure al numero verde 800.213.601".

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