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Riscaldamento globale, innalzamento-record del livello degli oceani: la minaccia per Venezia

Gloria Gismondi
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La situazione si fa sempre più preoccupante. I mari si stanno innalzando, complice lo scioglimento delle calotte glaciali, che ha ormai raggiunto una velocità mai registrata prima. Secondo alcune allarmanti previsioni, entro 80 anni il livello degli oceani potrebbe aumentare perfino di un metro, costringendo quindi centinaia di milioni di persone ad abbandonare le città costiere. Tuttavia questo sta già accadendo negli atolli del Pacifico, dove piccoli villaggi vengono evacuati, e succederà entro il 2100 anche in città come New York, Shanghai e Venezia. Anche la velocità con cui l'oceano assorbe il calore, gran parte del quale è originato dall'attività antropica, è aumentata, addirittura del 90%, dagli anni Novanta ad oggi. Uno scenario a pieno titolo apocalittico, basato su più di 7.000 pubblicazioni internazionali, che oltre 100 scienziati, di 30 diversi Paesi, hanno redatto nell'ultimo rapporto Ipcc (Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico). Leggi anche: Crollo degli ecosistemi, lo studio sul riscaldamento globale: 2050, la fine dell'essere umano Nel mentre avanza la distruzione degli habitat, stiamo perdendo biodiversità e organismi marini, e assistendo a fenomeni climatici devastanti, che saranno sempre più frequenti da qui al 2050. Gli scienziati, tuttavia, ci avvertono che riducendo le emissioni potremmo riuscire a contenere parte dei danni, ma "l'oceano sta già perdendo la sua capacità di sostenere se stesso e noi umani. Dobbiamo, con la massima urgenza, ridurre le emissioni di gas serra e proteggere larghe aree dell'oceano globale da attività umane dannose. Il 30% entro il 2030 sarebbe un buon inizio per scongiurare la fine".

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