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Coronavirus, candeggina efficace al 100% per distruggerlo. Ma lo Spallanzani: "Non cambia nulla"

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Fioccano gli studi sul coronavirus, mentre aumenta quotidianamente il bilancio di contagi e decessi (oltre mille) per le infezioni. Si sa che il virus può rimanere infettivo per nove giorni sulle superfici inanimate di vetro, metallo e plastica. Tuttavia non è molto resistente, dato che in meno di un minuto si può distruggere con i più comuni disinfettanti chimici: alcool etilico in primis, ma anche candeggina e acqua ossigenata, che sarebbero efficaci al 100 per cento. Disinfettare le superfici, dunque, diventa fondamentale per evitare la diffusione del virus, poiché non esistono ancora terapie specifiche per curarlo. Non è di questo avviso Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell'Istituto nazionale per le malattie infettive Spallanzani di Roma. Leggi anche: Coronavirus, Roberto Burioni: "La Cina bara sui dati? Decisione sconcertante, spero non sia vero" Il virus entra nel corpo umano attraverso occhi, naso e bocca, di conseguenza il contatto con una superficie infetta può rivelarsi pericoloso. Quindi prima di toccare una di quelle tre parti sensibili occorre lavare bene le mani. Il direttore scientifico dello Spallanzani, però, rimane prudente sulla resistenza del virus nelle superfici: "Questa novità, tutta da verificare, non cambia nulla nelle misure di prevenzione. A meno che non si lecchino le superfici, perché questo è l'unico modo con cui ci si può infettare. In Cina stanno disinfettando ogni cosa come se ci fosse l'Ebola, ma non serve a molto", afferma.

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