Stop al business dei canili
Regole chiare per i Comuni
Nuove regole e maggiore attenzione per la gestione dei canili da parte dei Comuni grazie alle disposizioni dell'ordinanza del sottosegretario alla Salute Francesca Martini, pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale n. 207 del 7 settembre 2009, che stabiliscono i livelli essenziali di tutela e benessere che devono essere garantiti agli ospiti dei canili. “L'Ordinanza ministeriale rappresenta un importante e positivo passo in avanti nella tutela degli animali ricoverati nei canili e nella lotta al randagismo – commenta Ilaria Innocenti, responsabile LAV settore Cani e gatti – la precisazione delle responsabilità dei Comuni e dei Sindaci in materia di gestione dei cani, nonché del loro benessere, e l'obbligo di sterilizzazione entro il termine di sessanta giorni”. Il provvedimento, infatti, ribadisce come l'affidamento del servizio e la gestione dei cani randagi da parte dei Comuni debba tenere conto della loro natura di esseri senzienti, disponendo che, in sede di bando di gara, di convenzione e di valutazione delle offerte, siano previsti principi di prelazione a favore delle strutture gestite da associazioni ONLUS o enti morali aventi come finalità la protezione degli animali, a favore di strutture che garantiscono maggiore tutela della salute e del benessere, e che siano più vicine al luogo di rinvenimento dei cani. L'Ordinanza ha inoltre bloccato la possibilità di trasferimento e gestione dei cani attribuiti tramite regolare gara d'appalto a strutture incompatibili con il benessere degli animali, stabilendo che le strutture individuate dai Comuni non dovranno avere una capienza superiore ai 200 cani, o superare le 200 unità e dovranno garantire la presenza di un medico veterinario libero professionista come responsabile sanitario. Inoltre, viene ribadita la precisa responsabilità del Sindaco anche nel caso di animali rinvenuti sul proprio Comune ma collocati in strutture che insistono su territorio non di sua competenza. Se collocati in altri Comuni o fuori Regione, il Comune dovrà informare del trasferimento il Servizio Veterinario ASL competente per territorio della struttura individuata e effettuare verifiche periodiche sullo stato di salute e benessere degli animali almeno una volta l'anno, e darne comunicazione al Consiglio comunale anche nel rendiconto della gestione. Trasparenza quindi, ma anche rafforzamento del principio di pubblicità: in ogni struttura, infatti, dovrà essere garantita anche l'apertura al pubblico almeno 3 giorni a settimana, di cui uno festivo o prefestivo, per almeno 4 ore al giorno e attività che aumentino l'adottabilità dei cani. Inoltre, è prevista l'affissione presso l'albo pretorio o altri spazi pubblici di informazioni e foto dei cani adottabili e la pubblicazione delle inserzioni sui siti web.