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Coronavirus, "relazione tra morti e inquinamento". Lo studio inquietante: perché in Lombardia ci sono così tante vittime

Le bare delle vittime del Coronavirus a Bergamo

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Da decenni Bergamo e altre città della Pianura padana hanno avuto una delle peggiori qualità dell'aria in Europa. Ora l'inquinamento, che è stato a lungo considerato una delle principali cause di cancro nella zona, potrebbe essere la causa di un così alto numero di persone morte di coronavirus. Lo sostiene un articolo del Los Angeles Times che riporta il risultato di una ricerca pubblicata nel numero di dicembre della rivista Cardiovascular Research dove si conclude che l'esposizione a minuscole particelle di 2,5 micrometri o più piccole, note in stenografia scientifica come particelle PM2,5, era correlata con una percentuale più alta di morti evitabili da covid tra coloro che contraevano la malattia.  

 

 

 

 

Questo significa che a parità di altre condizioni, fra le quali la qualità delle strutture sanitarie e le misure di sanità pubblica adottate per fermare la diffusione del virus, i pazienti Covid che vivono in queste aree inquinate corrono un rischio maggiore di morire a causa della malattia rispetto ai pazienti che respirano aria più pulita.

"Quando sei esposto a livelli di inquinamento elevati, il tuo corpo è stato sotto stress", spiega l'autore principale dello studio, Andrea Pozzer, ricercatore italiano dell'Istituto Max Planck in Germania, "poiché il Covid prende il sopravvento e causa malattie simili a quelle dell'inquinamento atmosferico, alla fine, le possibilità di un esito fatale sono maggiori".

 

 

 

 


Una scoperta che vale non solo per Bergamo ma anche per il Nord America e l'Europa, dove ogni metro cubo d'aria contiene, in media, da 10 a 20 microgrammi di particelle PM2,5. In questo intervallo, gli studi hanno scoperto che ogni microgrammo aggiuntivo è correlato a un ulteriore 8 per cento di rischio di morte per i pazienti Covid.

Anche secondo Piersilvio Gerometta, cardiochirurgo dell'ospedale Humanitas Gavazzeni di Bergamo, è convinto che l'inquinamento atmosferico della zona abbia aggravato la crisi del coronavirus, anche se non ci sono studi a sostegno di ciò. "Il recupero da malattie polmonari e cardiache è sempre consigliato in luoghi con aria pulita. Non ci rendiamo subito conto che stiamo respirando male, ma ciò che respiriamo conta molto".

 

 

 

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