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AstraZeneca, Paolo Bonanni: "Le trombosi con abbassamento di piastrine restano senza una spiegazione scientifica"

 Paolo Bonanni

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Paolo Bonanni, ordinario di Igiene all'Università di Firenze e direttore del dipartimento di Scienze della salute nella stessa università, è ben contento che il vaccino AstraZeneca, dopo la morte di Camilla Canepa, di 18 anni, sia destinato solo ed esclusivamente agli over sessanta. "Dire che un farmaco fosse usato "preferibilmente" o in via preferenziale sopra i 60 anni lasciava spazio a troppe incertezze", spiega in una intervista a Il Corriere della Sera. "In Italia siamo speciali nel muoverci fra le incertezze regolatorie. Infatti le Regioni hanno interpretato in modo differente le prescrizione degli organismi tecnici. Lo abbiamo visto tutti. In Friuli- Venezia Giulia non è stato organizzato un solo open day dove AstraZeneca avrebbe potuto essere offerto senza limiti di età. E così anche in Veneto. Il Lazio invece ha attuato questa strategia. Forse per utilizzare fiale che sarebbero rimaste nei frigoriferi".

 

 

E premesso che "tutti i vaccini autorizzati per il Covid sono efficaci e sicuri", continua Bonanni, "purtroppo sono state osservate reazioni avverse molto rare e molto gravi, le trombosi accompagnate da abbassamento di piastrine, che restano tuttora senza una spiegazione scientifica. Pochissimi casi su decine di milioni di immunizzati probabilmente dovuti a meccanismi di autoimmunità, una risposta eccessiva del sistema immunitario". E ancora: "Non sappiamo da quale componente del vaccino vengano scatenati. Però non si poteva continuare a inoculare le dosi anche in assenza di prove certe di colpevolezza".

 

 

Del resto, osserva il professore, "il legame tra il vaccino e i fenomeni di trombosi è più che plausibile. Era impossibile scoprirlo prima perché nelle fasi iniziali non si può comprendere se esiste un nesso tra l'inoculazione della dose e i coaguli". E "la sperimentazione ha seguito procedure autorizzate dagli enti regolatori. C'è stata la massima trasparenza", conclude Bonanni. 

 

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