Single per natura
Colpa di un gene
Single per scelta? No, per natura. La voglia di star da soli e di non creare legami seri sarebbe "colpa" di un gene che rende meno inclini al rapporto di coppia. Una versione di tale gene scoperta in alcuni individui rende il maschio più orientato alla vita da single. Questo gene, studiato sugli uomini da Hasse Walum dell'istituto Karolinska di Stoccolma, serve a produrre il recettore della vasopressina, un neuropeptide con molte funzioni nel cervello e nel resto del corpo dove funziona da ormone. Differenti versioni del gene sono legate a differenti inclinazioni al rapporto di coppia, uno in particolare, la forma 334 del gene si ritrova in maschi propensi alla vita da single, non sposati o con un matrimonio in crisi alle spalle. Secondo quanto spiegato sulla rivista dell'Accademia Americana delle Scienze PNAS, lo stesso gene era già stato implicato in passato nel comportamento di relazione del maschio di una specie di roditore che si comporta da fedele monogamo, l'arvicola. La vasopressina è una molecola semplicissima ma con funzioni importantissime per l'organismo, dalla regolazione dei liquidi nel corpo a quella della pressione arteriosa. Nel cervello invece ha funzioni di neurotrasmettitore e, prodotta nell'ipotalamo, la vasopressina sembra essere implicata nei meccanismi di formazione della memoria, di apprendimento e di stimolo per le funzioni cognitive. Di recente è stato anche scoperto il ruolo di questa molecola come modulatore dei comportamenti sociali dei roditori. Nell'arvicola per esempio la vasopressina è stata riconosciuta implicata nei comportamenti sessuali del maschio. Questo roditore normalmente tende a rimanere 'fedelè alla propria femmina e aggredisce ogni animale estraneo che tenti di invadere il suo territorio familiare. I comportamenti umani sono di certo più complessi e regolati in modo più complicato di quelli animali, ma col presente studio i ricercatori svedesi hanno scoperto che anche nell'uomo la vasopressina e il suo recettore sono implicati. I single aumentano nel mondo, in Italia secondo dati ISTAT sono passati da 2 milioni 138 mila a 3 milioni 310 mila in dieci anni. Anche se questi cambiamenti sociali non possono essere direttamente imputabili a condizioni organiche ma piuttosto ai tempi che cambiano, i ricercatori hanno trovato che alcune scelte maschili sono anche riconducibili a fattori biologici. Gli esperti hanno studiato in un gruppo di 2186 maschi adulti la sequenza genetica del recettore dell'ormone e esaminato la loro indole nei rapporti di coppia con i test standard per misurare la forza del legame di una persona al proprio compagno (Partner Bonding Scale - scala del legame al partner). I ricercatori hanno visto che coloro che hanno la versione '334' mostrano un'indole da single, totalizzano cioè un punteggio basso al Partner Bonding Scale. Inoltre hanno una probabilità ridotta di essere sposati. Che si chiami gene della fedeltà o gene dei single, anche nell'uomo, quindi, il gene del recettore per la vasopressina deve avere un ruolo nei comportamenti col partner.