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Truffa online, basta un clic: come ti svuotano il conto corrente

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Cristina Proto
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Accetta tutto, rifiuta tutto, solo i necessari, conferma le mie scelte: quante volte mentre cerchiamo di navigare in santa pace su internet veniamo letteralmente assaliti da tali scritte, senza rispondere alle quali la navigazione su internet ci è impedita. Spesso l'impavido utente infastidito dalle scritte e voglioso di fagocitare il testo che stava leggendo clicca sul tasto accetto tutto e prosegue senza sapere di essere caduto nella trappola. E sì perché accettando tutto, caro utente, hai legittimato il "furto" della tua identità. Infatti, cliccando accetto, autorizzi silenziosi cookie e le condizioni relative al trattamento dei dati, impropriamente detta privacy, ad impadronirsi legittimamente dei tuoi dati: nome, cognome, email, tue preferenze. 

A quale fine? Se ti va bene per ragioni di marketing, per tempestarti di pubblicità ed indurti magicamente a comprare beni e/o servizi ovvero a leggere qualsiasi articolo le Digital Company vogliano propinarti. In parole semplici possiamo dire che navigando su Internet, noi generiamo dati che, come i sassolini lasciati da Pollicino nella speranza di evitare di perdersi, restano memorizzati sui siti in cui navighiamo, ma questi dati(o sassolini nella metafora) sono raccolti dalle Digital Company, che li utilizzano a fini di proprio lucro per tracciare profili di consumo, di credo politico e religioso, di speranze e progetti per il futuro. I cookies ti profilano cioè creano il tuo profilo personale in modo che tu possa diventare un target appetitoso per le aziende digitali. Le tecnologie si evolvono talmente velocemente che il Legistatore non riesce a stare al passo nel regolamentarne la utilizzazione. Il GDPR Europeo (General Data Protection Registration n. 279/2016), detta le norme a tutela dell'utente. La nuova visione è la seguente: è giusto stare al passo con i tempi e fare girare i dati personali in tanto in quanto la protezione del dato diviene un diritto dell'interessato. 

Il controllo del dato personale fa correre all'utente un rischio calcolato che vale la pena di correre, a meno che non si voglia restare fuori dal mondo. Si tratta di un nuovo modello di business: la quarta rivoluzione industriale. Mi spiego meglio: mentre un tempo il conto economico del delle Digital Company era basato esclusivamente sulle vendite della pubblicità, oggi con l'avvento dei Big Data e dei Social si è capito che il dato personale costituisce l'oro nero, il nuovo petrolio. Infatti, le Digital company hanno capito che, raccogliendo milioni di miliardi di dati da noi forniti gratuitamente al momento dell'iscrizione a qualsiasi social o a qualsiasi sito, possono utilizzare tali dati non solo per fare marketing diretto o indiretto ma addirittura possono vendere la pubblicità ai propri inserzionisti a prezzi più elevati, in quanto con la profilazione vendono alle aziende il dato relativo alla persona che si sa già che è interessata alla sua merce, vale a dire che con l'analisi dei dati in loro possesso, le Digital offrono pubblicità targhettizzata che gli inserzionisti pagano a maggior prezzo, molto volentieri. La favola insegna quindi stai attento a navigare e sii un comandante esperto.

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