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Infarti e virus, perché d'inverno si muore venti volte più che d'estate

Melania Rizzoli
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Il 2022 appena trascorso ha registrato durante l'anno la morte di molti personaggi illustri, politici, giornalisti, attori, sportivi e religiosi, ed anche di moltissime persone sconosciute, ma è l'inverno il periodo più letale, dove si verifica il più alto numero di decessi, ed è stato certificato che questa stagione uccide 20 volte di più rispetto agli altri mesi dell'anno. Ma perché succede questo, e come il freddo incide sulla nostra salute? Uno studio condotto in 13 Paesi del mondo, tra cui l'Italia, pubblicato dalla rivista scientifica Lancet, ha dimostrato che non sono tanto i giorni singoli di temperature estreme sotto zero a causare molte morti, quanto i periodi prolungati di picchi negativi o sotto la media ad essere responsabili della mortalità accertata. I fattori climatici e gli sbalzi di temperatura infatti, non sono la causa diretta dei malanni, ma concorrono ad indebolire l'organismo e a rendere meno efficaci le sue difese, incluse quelle immunitarie chiamate a svolgere un superlavoro per respingere anche gli attacchi climatici. Il freddo quindi influisce sempre negativamente sulla salute, in particolare favorendo danni vascolari come ictus cerebrali e attacchi cardiaci, perché con il raffreddamento del corpo si verifica una vasocostrizione generalizzata, il flusso ematico rallenta, il sangue diventa più denso, aumentando il rischio della formazione di trombi e di coaguli, con le note conseguenze ischemiche ed infartuali a danno degli organi vitali più importanti, ovvero il cuore e il cervello.

 

 

 

VEDI COVID

Non bisogna sottovalutare in inverno anche il concorso alla letalità dei virus e dei batteri, quando con le temperature rigide si tende a restare in luoghi chiusi, più a contatto con gli altri, in locali non areati a dovere dove viene favorita la trasmissione di agenti virali e batterici che trovano il loro habitat naturale favorendo contagi e il proliferare delle malattie infettive stagionali come le bronchiti, l'influenza e le polmoniti. Anche la pandemia di Covi-19 ha confermato quanto l'organismo sia maggiormente suscettibile ai contagi diretti o indiretti ed alle infezioni delle vie respiratorie durante i mesi invernali.

DISAGI E DISASTRI

Il freddo però impatta anche durante la vita quotidiana e sociale di persone che sono assolutamente sane e non a rischio di malattie, poiché gli incidenti stradali a causa delle strade ghiacciate, e gli incendi e gli avvelenamenti causate da stufe, camini e caldaie mal funzionanti contribuiscono ad aumentare il numero dei decessi invernali. L'anno appena trascorso è stato definito uno dei più caldi degli ultimi decenni, e si è scritto e parlato molto di surriscaldamento globale e le sue conseguenze, ma il rischio di morte per le alte temperature non è paragonabile a quello del freddo. Il caldo uccide surriscaldando il corpo e alterando l'equilibrio tra fluidi ed elettroliti, mentre il freddo rallenta la circolazione sanguigna verso l'epidermide, aumenta la pressione arteriosa ed abbassa la potenzialità delle difese immunitarie, per cui le categorie più fragili e più vulnerabili, come bambini, anziani e malati cronici, sono quelli che registrano le conseguenze maggiori.

 

 

 

POVERI MAGRI

Le persone tendono ad essere meno attive quando fa freddo, trascorrono meno tempo all'aperto ed alla luce solare, registrando un calo della sintesi di Vitamina D, la quale concorre al buon funzionamento del sistema immunitario, il cui indebolimento contribuisce a favorire le malattie. Le persone magre e sottopeso inoltre, sono quelle che subiscono di più i danni da frigore, e su di loro le temperature rigide compromettono il film lipidico naturale della pelle, costituito da particelle acqua e grassi e il cui compito è quello di costituire una funzione cutanea di difesa, che in queste persone esili è carente o inesistente, come anche la barriera di pannicolo adiposo protettivo, con la conseguenza di essere deficitarie anche di quelle proteine energetiche che in situazioni di emergenza sono utili ad evitare i danni metabolici e vascolari delle basse temperature, per cui questi soggetti hanno notoriamente peggiori capacità di adattarsi a condizioni metereologiche avverse. A livello mondiale per ogni morte a causa del caldo ce ne sono 20 per il freddo, (nel 2020 sono state registrati oltre 2milioni di decessi a causa delle rigide temperature) e mentre il caldo può uccidere in poche ore, il freddo impiega settimane a condurre alla morte, a meno che i danni vascolari causati dalla vasocostrizione e dai trombi e coaguli non siano talmente ostruttivi al punto di essere fulminanti. 

 

 

 

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