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Orologio dell'Apocalisse, 90 secondi alla catastrofe: quanta retorica sospetta

Andrea Morigi
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Trascorso abbondantemente un minuto e mezzo senza che si sia verificato il benché minimo incidente nucleare da quando, martedì 24 gennaio, l’Orologio dell’Apocalisse è stato spostato in avanti di 10 secondi e segnala mezzanotte meno 90 secondi - e dopo aver tirato un doveroso sospiro di sollievo - ci si può anche permettere di azzardare un’analisi sul funzionamento di quel meccanismo, che pare non avere nulla di meccanico e tanto meno di scientifico.

A gestirne l’avanzamento o l’arretramento è il team del Bollettino degli Scienziati Atomici, fondato nel 1945 da Albert Einstein. Lo aggiornano una volta l’anno, se proprio non càpita niente, in base a loro soggettive opinioni. La data di martedì infatti coincideva con il via libera alla consegna di carri armati Abrams e Leopard all’Ucraina e la sensazione netta è che la tempistica di comunicazione dell’imminente pericolo di scomparsa dell’umanità abbia a più a che fare con la decisione dell’Occidente di difendere la nazione aggredita che con un rischio concreto di escalation nucleare.

Del resto, Rachel Bronson, presidente del Bulletin of the Atomic Scientists non ha neanche citato la minaccia di Mosca e Pechino, che ormai stanno circondando l’Europa dalla sponda meridionale del Mediterraneo. Spostare il Doomsday Clock in avanti «è una decisione che i nostri esperti non prendono alla leggera. Il governo degli Stati Uniti, i suoi alleati della Nato e l’Ucraina hanno a disposizione una moltitudine di canali di dialogo; invitiamo i leader a fare del loro meglio per esplorarli tutti al fine di riportare indietro l’orologio», ha aggiunto. Al Cremlino, se non altro, li prendono sul serio e Dmitry Peskov, portavoce del presidente russo Vladimir Putin, si allinea: «La situazione nel suo insieme è davvero allarmante e le prospettive, tenendo conto della linea seguita dalla Nato guidata dagli Stati Uniti, non promettono ancora alcun elemento di distensione». 

Oltre alla guerra in Ucraina e alla minaccia nucleare, gli scienziati hanno preso in considerazione «le continue minacce poste dalla crisi climatica» e il fatto che «eventi devastanti, come la pandemia di Covid-19, non possono piu essere considerati come eventi rari che si verificano solo una volta ogni cento anni». È una prospettiva che presenta caratteristiche tipiche da profezia biblica. Doomsday significa propriamente “Giorno del giudizio” e le piaghe che incombono sull’umanità richiamano un castigo soprannaturale. Per sgombrare il campo da ogni determinismo, però, vale la pena di citare padre Livio Fanzaga, direttore di Radio Maria, secondo il quale una tragedia che colpisca tutto il genere umano è incompatibile con la promessa del Regno del Cuore Immacolato di Maria. E, visto che si avanzano ipotesi, si può considerare anche quella circolante, secondo la quale, se poi si arrivasse a un accordo fra Mosca e Washington, visto che la popolarità del presidente Usa Joe Biden è in forte calo e l’impegno bellico non paga in termini di consensi, si potrebbe presto tornare indietro di qualche minuto.

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