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"Nuova pandemia entro il 2025": cos'hanno trovato nelle acque reflue

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Una nuova pandemia mondiale entro il 2025, dopo il Covid. Sarebbe questo il report presentato da alcuni scienziati americani alla Casa Bianca: ci sarebbe il rischio nei prossimi 2 anni che una nuova ondata del virus che dal gennaio 2020 ha messo in ginocchio prima la Cina, poi l'Italia e il mondo intero per almeno 2 anni e mezzo si ripresenti. Mentre l'Oms ha annunciato ufficialmente la fine-pandemia, rivela il Washington Post, diversi esperti hanno invece concluso che il rischio di una nuova epidemia entro il 2025 sia del 20-40 per cento.

 

 

 

Il pericolo in agguato è la comparsa una nuova variante del virus diversa da Omicron, ha rilevato il biologo Trevor Bedford, del Fred Hutchinson Cancer Center di Seattle, che ha condotto un'analisi statistica consegnata allo staff del presidente americano Joe Biden. "Le probabilità che ciò accada, ossia che ci si trovi a fronteggiare una ondata di infezioni come quelle causate dalla variante Omicron da oggi al 2025 - ha detto lo scienziato al Washington Post - sono circa il 40%". "Non vedo perché un evento simile abbia meno probabilità di verificarsi oggi che nei primi due anni della pandemia - ha aggiunto l'esperto - e anche se oggi la pandemia appare finita, un Covid endemico resta una forte preoccupazione per la salute".

 

 

 

A sostenere la sua teoria sono altri scienziati di altissimo livello come Eric Topol, direttore dello Scripps Research Translational Institute, che hanno reso noto il rilevamento delle possibili varianti di 'lignaggio criptico', vale a dire ancora non identificate, ma che non hanno nulla a che fare con Omicron e che sono già state osservate negli Stati Uniti, nelle acque reflue. Interpellata dal Washington Post, la Casa Bianca non ha per ora confermato (né smentito) di aver ricevuto il rapporto: "L'amministrazione - fanno sapere dalla Stanza ovale via e-mail - ha conversazioni con un vasto gruppo di esperti, su vari temi, sia all'interno che all'esterno del governo".

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