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Tartaruga Liuto, la lezione: così insegnano all'uomo come sopravvivere

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Andrea Camprincoli
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«Mentre scivoli nel sonno, le tartarughe cavalcano la curva degli abissi, cercando respiro in superficie e ispirazione dal cielo». È uno degli incipit più belli di storie naturali mai scritto prima, poiché si muove in elegante equilibrio tra letteratura e scienza. Così come tutto il resto del libro Il viaggio della tartaruga (Adelphi, pp.
578, euro 32) dell’etologo, divulgatore scientifico, Carl Safina.

L’autore segue il doppio binario delle emozioni e dei sentimenti, suscitati dall’osservazione naturale e dalle conoscenze più avanzate. È un “viaggio sentimentale”, scientificamente informato, sul mondo delle tartarughe Liuto, che dal punto di vista evolutivo sono l’ultimo dinosauro vivente sulla terra. Novecento chili di storia.

HOMO SAPIENS
Hanno un cuore gigantesco da un battito al minuto e un ben riuscito cervello (novanta grammi). Ma soprattutto la Liuto ha un istinto alla vita più forte di quello che possediamo noi “homo sapiens”, geneticamente spietati e già sulla via dell’estinzione. Sì, perché nonostante le tartarughe muoiano per le plastiche degli oceani (scambiate per meduse), per le mutilazioni inflitte dai machete dei pescatori che depredano il loro carapace, sono sempre pronte ad attraversare gli oceani e compiere un nuovo viaggio.

Emergono dai più gelidi abissi per respirare e sembrano dirci: «La vita continuerà». Ultimo mostro rettiliano dal sangue caldo rimasto sulla Terra, la tartaruga Liuto è quanto di più vicino ci sia a un dinosauro vivente. È la più inoffensiva tra le tartarughe. Fiduciosa si avvicina all’uomo. 

CHARLES DARWIN
L’autore accenna ma non dice ciò che il suo lavoro richiama alla mente: L’origine della specie (1859) di Charles Darwin. Uno dei pilastri della biologia moderna sulla selezione naturale, ancora oggi base e il presupposto scientifico per lo studio della vita e della sua evoluzione.

Frutto di numerosi rimaneggiamenti e ritocchi - influenzati dal pensiero cattolico - dice veramente che l’homo sapiens è la specie più evoluta? Se così fosse non avrebbe in sé l’alto tasso di distruttività che manifesta contro la natura e quindi contro se stesso. Tenderebbe infatti piuttosto all’autodistruzione più che a una evoluzione.

Questo sembra dirci Safina che alla domanda se l’uomo abbia in sé una spinta più involutiva che evolutiva, risponde: «Lo abbiamo visto nel corso della storia dei secoli. Dall’Impero Romano alla bomba atomica. L’uomo procede verso l’autodistruzione. La vita è un fenomeno raro su questo nostro pianeta. Noi siamo connessi con tutte le forme di vita sulla terra. Il creato è una grande rete di connessioni. La vita è un luogo sacro. La vita è qualcosa di più grande di noi. Esiste un sentimento religioso di connessione di tutto con il tutto».

Quando parla del “miracolo” della costruzione del nido, intende ciò che è visibile alla mente ma non agli occhi?
«Le tartarughe quando nidificano si muovono al buio e riescono a costruire un nido perfettamente circolare, depongono fino a cento uova grandi come palle da tennis, poi lo ricoprono senza lasciare traccia, senza vedere, nella completa cecità, avanzano, si inabissano e i loro piccoli non li vedranno mai nascere».

Come si determina il sesso delle tartarughe? «Il sesso non viene determinato dalla genetica ma dalla temperatura. Nei mari più caldi nascono le femmine, in quelli freschi i maschi. Ecco perché il surriscaldamento globale le minaccia».

ERNEST HEMINGWAY
«Molti sono senza cuore con le tartarughe perché il cuore di una tartaruga continua a battere per ore dopo che è stata tagliata a pezzi e macellata. Ma il vecchio pensava, anch’io ho un cuore così...», queste le parole di Ernest Hemingway che donano poesia al più temibile dei predatori in natura: l’essere umano. Oggi si registra una diminuzione del novantacinque per cento degli esemplari delle tartarughe Liuto a causa dell’intervento dell’uomo che costruisce là dove per secoli hanno sempre nidificato questi giganteschi animali. 

«Cavalcando le maree mutevoli dell’oceano turbolento, e senza resistere ad alcun impulso, si spostano: non motivate dal desiderio, dall’amore e dalla ragione, ma regolate da una saggezza più antica del pensiero, e quindi forse più meritevole di fiducia», scrive Safina. Una delle esperienze più intense che si possano fare nella natura è assistere alla deposizione delle uova delle tartarughe. 

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