Perché questa Oms non può più decidere per tutti

La crisi dell'Organizzazione mondiale della sanità emerge in tutta la sua gravità sul caso del Trattato pandemico globale. E nessuno studia le carte
di Corrado Oconemartedì 22 luglio 2025
Perché questa Oms non può più decidere per tutti
3' di lettura

Dopo che nel mese scorso l’Italia si era astenuta, insieme ad altri 11 paesi, dalla firma del Trattato pandemico globale, ora il ministro della Sanità Orazio Schillaci ha comunicato che Roma respinge gli emendamenti al regolamento sanitario internazionale proposti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e che entreranno in vigore il prossimo 19 settembre. Apriti cielo! Le opposizioni, politiche e mediatiche, sono subito insorte, rispolverando tutto l’armamentario a loro caro: il governo seguirebbe Donald Trump, che ha abbandonato l’organizzazione, per compiacerlo; sarebbe dominato da una furia “antiscientifica” e “oscurantista”; ci isolerebbe dal mondo civile. Ovviamente, non hanno fatto mancare la loro indignazione le cosiddette “virostar”, cioè quei virologi che, pur dicendo e contraddicendosi continuamente durante il Covid, sono assurti a veri e propri personaggi mediatici mostrando di preferire la telecamera al laboratorio (spesso con tanto di agenti al seguito che negoziano la parcelle per ogni apparizione).

Nessuno che si sia preso la briga di studiare le carte. Né di cogliere il senso di ciò che è accaduto nella passata pandemia e che impongono oggi la massima cautela nel firmare cambiali in bianco a chiunque voglia gestire la salute avocando a sé poteri speciali e praticamente illimitati. D’altronde, uno dei motivi per cui gli italiani hanno dato fiducia al governo in carica sta proprio nella richiesta, ampiamente maggioritaria nella popolazione, di non assistere più a ciò che era avvenuto allora e in più di fare luce sulle modalità di gestione politica della pandemia (da qui l’istituzione di una Commissione parlamentare d’inchiesta).

Ma andiamo con ordine. Gli emendamenti respinti dall’Italia prevedono che l’Oms può stabilire in modo insindacabile quando è in corso una “emergenza pandemica” e prevedere solidarietà ed equità, anche con trasferimento di risorse economiche da un Paese all’altro. Ora, la solidarietà è cosa buona e giusta, e l’Italia non si è mai sottratta ad esercitarla in ogni posto del mondo, anche al di sopra delle sue possibilità (soprattutto se paragonate a quelle di altri Paesi). Ma, appunto, lo ha deciso autonomamente, in rispetto della propria sovranità nazionale, che qui invece si vorrebbe cedere ad un’entità gestita dall’alto e soprattutto facile preda di gruppi di interesse e di potere. E qui veniamo al punto: l’Oms, anche e soprattutto per come ha gestito il Covid, non ha più la credibilità e l’autorevolezza per svolgere un ruolo importante come quello che ha sicuramente svolto negli anni successivi al secondo conflitto mondiale. 

Essa, pur continuando ad essere finanziata in gran parte dai Paesi occidentali (anzi soprattutto dagli Stati Uniti), ha agito in modo non trasparente a favore della Cina, accettando ad esempio le rassicurazioni che arrivavano da Pechino e negando per settimane intere la pericolosità, almeno per una fascia della popolazione, del virus e la sua straordinaria rapidità di diffusione. Quando poi il virus si propagò in mezzo mondo, l’Oms passò a suggerire misure completamente opposte e senza molta plausibilità scientifica, che portarono a decisione francamente illiberali che si rivelarono non solo inutili ma persino dannose. Ci si può fidare di un gruppo dirigente che, come nulla fosse, è rimasto al suo posto e non ha fatto nemmeno autocritica?

La crisi dell’Oms è quella delle altre agenzie Onu nate a ridosso della guerra e che oggi, in un mondo multipolare e dominato dalle autocrazie, vanno radicalmente ripensate. Il governo italiano ha perciò mandato anche un forte segnale politico. Senza contare che quella delle emergenze è un’arma politica che va tolta a ogni Potere democraticamente non legittimato. L’odierna “tirannia dell’emergenza” a un liberale fa venire l’orticaria.

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