La diverticolite è una delle condizioni gastrointestinali più diffuse nei Paesi occidentali, soprattutto dopo i 50 anni. Nonostante sia molto comune, rimane una patologia di cui si parla poco e che molti scoprono solo al momento del primo episodio acuto. L’incidenza nella popolazione è abbastanza elevata circa il 40% delle persone tra i 40 e i 50 anni. La diverticolosi colpisce più della metà delle persone sopra i 60 anni. Solo una minoranza sviluppa diverticolite, ma i casi sono in aumento, anche tra gli under 40. Gli esperti attribuiscono questo trend a stili di vita meno salutari e a un’alimentazione sempre più povera di fibre. Ma cosa sono i diverticoli? Il Dott Davide Moioli ci spiega che “I diverticoli sono delle estroflessioni, una sorta di piccoli sacchetti che si formano lungo le pareti intestinali. Tutti i settori del canale alimentare possono dare origine a diverticoli ma il colon è quello in cui la loro presenza è più comune, in particolare il colon discendente e il sigma. La loro presenza può essere congenita o acquisita. In questo secondo caso i fattori di rischio sono tutte quelle condizioni che aumentano la pressione addominale come una dieta povera di fibre e ricca in grassi animali e scarsa idratazione, l’obesità ed anche la stitichezza che, a causa della difficoltà nella defecazione aumenta la pressione all'interno del viscere causando la formazione di queste estroflessioni”.
Se non sussistono sintomi parliamo di diverticolosi che viene spesso diagnosticata per caso durante una colonscopia. La diverticolite ci spiega il Dott Moioli “è l’infiammazione di queste estroflessioni, causata dall'ostruzione di quest’ultimi da residui alimentari e feci che ne determinano il processo flogistico causato da batteri che può evolvere dalla semplice infiammazione al sanguinamento, alla perforazione del diverticolo stesso. Si tratta di una condizione che può portare il paziente a rivolgersi al medico e, nei casi più gravi, accedere al pronto soccorso”.
Ma quali sono i sintomi più classici ? Il medico ci spiega che “può verificarsi una sensazione di fastidio e dolenzia addominale localizzato nella sede di presenza (più frequentemente al fianco di sinistra), oppure meteorismo, alterazioni dell’alvo ovvero alternanza di stitichezza-diarrea. Nei casi più gravi si associa a febbre, complicanza emorragica (sanguinamento intestinale) nel 3-5 % dei pazienti”.
Il Dott Moioli precisa che “quando il dolore è importante o compare la febbre il paziente deve recarsi al pronto soccorso per essere valutato da un chirurgo e sottoposto ad una Tac dell’addome in cui verrà individuata nei casi più lievi un’infiammazione delle pareti del viscere. Nei casi più gravi la presenza di una perforazione con quadri crescenti di gravità, nei casi più gravi si sviluppa una peritonite. Il trattamento dipende dal quadro clinico e spazia dalla sola terapia antibiotica a domicilio, al ricovero in ospedale con terapia antibiotica conservativa o un drenaggio radiologico di eventuale ascesso. Nei casi più gravi si giunge all’intervento chirurgico di resezione del tratto di intestino interessato, che può anche essere associata nei casi più gravi al confezionamento di una stomia nel 99% dei casi temporanea ( il famoso sacchetto). Fondamentale, per chi Sa di soffrire di questa patologia, tenersi controllati, avere una dieta adeguata e regolare e fare dei cicli di terapia Con disinfettanti intestinali specifici.
La prevenzione ha un ruolo chiave infatti gli specialisti consigliano un consumo adeguato di fibre (frutta, verdura, cereali integrali), una corretta idratazione, attività fisica regolare ,mantenimento del peso forma; evitare l’abuso di anti-infiammatori non steroidei (FANS), che possono irritare il colon.
Le vecchie raccomandazioni che vietavano semi, frutta secca e popcorn non sono più supportate dalle evidenze: non sembra che questi alimenti favoriscano l’infiammazione dei diverticoli. La diverticolite è un disturbo molto comune che può avere un impatto significativo sulla qualità della vita, soprattutto quando gli episodi diventano ricorrenti. Riconoscere i sintomi, intervenire precocemente e seguire uno stile di vita equilibrato sono le strategie più efficaci per tenerla sotto controllo. Come sempre, in presenza di dolore addominale persistente o febbre è fondamentale rivolgersi a un medico.




