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Ballottaggi, Massimo Cacciari: "Renzi non basta. Sul Mose il Pd non ci faccia le pulci". E sulle renzine...

Giulio Bucchi
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"Il leader da solo non basta". Il messaggio al Pd lo manda, forte e chiaro, uno che non si è mai fatto troppi problemi a litigare con i compagni di schieramento: Massimo Cacciari. L'ex sindaco di Venezia, intervistato da Repubblica, commenta a modo suo i risultati dei ballottaggi, con un occhio di riguardo per quanto accaduto a Padova e in Veneto, sull'onda dello scandalo delle tangenti Mose. La "sua" città e il suo partito sono stati travolti dall'arresto del sindaco Orsoni: "Non ha nessun ruolo nel Pd - spiega il filosofo-politico -. Se anche lo scandalo fosse avvenuto prima delle europee, avrebbe potuto al massimo spostare uno o due punti localmente. Ha fatto questa mega-galattica scemenza di prendere dei finanziamenti...". Di sicuro, la tangentopoli in salsa veneta ha pesato sull'astensionismo e sul giudizio complessivo da dare al Pd. "Alle amministrative conta il fattore personale delle candidature locali. L'effetto traino di Renzi non è determinante". E giù critiche alla scelta di affidare Padova a un candidato come Ivo Rossi, sconfitto al ballottaggio dal leghista Bitonci: "La situazione lasciata da Zanonato era difficile. Zanonato ha smesso di fare il sindaco, ha mollato la città e ha fatto il ministro senza successo". Il suo erede Rossi è "persona che stimo, ma non sembrava avere carisma. E il rischio era che i grillini, pur di fare un dispetto al Pd, votassero per l'antagonista". E ora in Veneto i nodi democratici vengono al pettine, con l'urgenza di un'autocritica tanto politica quanto etica. "Ma il Pd veneto non deve sentirsi responsabile delle faccende connesse al Mose, moltissimi erano sulle mie posizioni (Cacciari è stato sempre molto critico sulla gestione della grande opera in Laguna, ndr). I Dem veneziani ne escono a testa alta, diverso è per il centrosinistra nazionale. I governi di centrosinistra e di centrodestra e tutto il Pd nazionale si facciano le pulci a casa loro". E chiude con un messaggio a chi, nel Pd, vorrebbe far saltare qualche testa a Venezia e in Veneto: "Va valorizzato il ricambio - frena Cacciari - al di là delle rottamazioni, delle renzine, delle demagogie".

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