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Claudio Lotito: "La politica? Me lo chiedono in tanti e io sono pronto"

Andrea Tempestini
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Dal calcio alla politica. Si sente un po' Silvio Berlusconi questo Claudio Lotito, che in un'intervista al Corriere della Sera getta la maschera. Tutto pronto per la discesa in campo: "Io sono pronto per mettere a disposizione la mia esperienza - spiega -. Ho dimostrato di saper fare, io sono un uomo del fare. Sono capace ad amministrare. L'Italia, più che di politicanti, ha bisogno di buoni amministratori e di persone perbene. Perché chi fa politica - prosegue - dev'essere pronto ad indossare anche il saio, e io non avrei problemi. Io sono libero, non devo niente a nessuno, non ho interessi personali, non compro arbitri". Lotito, il potente presidente della Lazio, spiega poi che l'ingresso in politica "me lo chiedono in tanti". Votereste Claudio Lotito? Il sondaggio "Mi invidiano!" - Il punto, spiega, è che a differenza di Matteo Renzi "io ho mantenuto le promesse, ho rotto gli schemi". Quindi aggiunge che "io ho un dono: sono un leader. Ma non lo dico io, no: l'ha detto Preziosi, il presidente del Genoa, ad Agnelli. E pure Thohir, quello dell'Inter, mi sa che ha capito che tipo sono". Lotito, parlando più strettamente di calcio, difende Carlo Tavecchio, una sua creatura, e tornando sulle frasi tacciate di razzismo spiga che "ha detto cose giuste nella forma sbagliata". A chi lo accusa che Tavecchio sia telecomandato da lui risponde così: "Falso! Falsissimo! Tavecchio è un gran lavoratore". Infine una battuta sul suo "presenzialismo", a partire da quello a bordo campo quando gioca la nazionale: "Come consigliere federale, sono autorizzato. Punto". E agli sfottò che girano sul web risponde così: "M'invidiano! Vengo dal nulla, sono di successo, dorrmo tre ore a notte, gli parlo in latino, so' colto"...

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