Il caso del tumore del Papa: Feltri, se tocchi il Vaticano, muori
Chi tocca il Vaticano muore: lo pensa Vittorio Feltri, che ricostruisce e commenta la vicenda della notizia del tumore del Papa data da QN e poi smentita. Se sia una notizia vera o falsa "non siamo in grado di accertarlo", scrive Feltri, "e dobbiamo attenerci alle versioni ufficiali. Il portavoce di Bergoglio nega la fondatezza della notizia. L' editore Riffeser ne ribadisce la veridicità, confermando piena fiducia al direttore responsabile Andrea Cangini; mentre Bruno Vespa, direttore editoriale del gruppo, si chiama fuori dalla vicenda affermando di non avere alcun dominio su quanto pubblicato dalle varie testate facenti capo al gruppo bolognese". Feltri nota che appena l'indiscrezione è stata pubblicata si è scatenata una "sorta di corsa, da parte di tutta la stampa concorrente (gran parte della quale conformista), a smentirne il contenuto". "I censori - la totalità dei pennini italici - si sono scagliati contro i colleghi del gruppo felsineo", commenta Feltri, "accusandoli di essere stati strumenti di un complotto organizzato da misteriosi individui. Nel nostro Paese quando non si sa come interpretare un fatto, ci si affretta a gridare al complotto. In questo caso, quale sia il vantaggio ottenuto da eventuali complottisti lo si ignora, né si è in grado di ipotizzarlo". Secondo il fondatore di Libero "quanto non si riesce a digerire è la furia dei media che, prima ancora di verificare se le fonti del QN fossero o no attendibili, hanno sposato la tesi del Vaticano a occhi chiusi, come se il cupolone fosse depositario del verbo". Per "stigmatizzare il presunto errore dei giornalisti di Riffeser, tutti sparano su di loro. Inspiegabile se non con la malafede".