Festival di Sanremo, Lorenzo Baglioni e la canzone sul congiuntivo che sfida Luigi Di Maio
Non vorremmo fare spoiler, ma il Festival di Sanremo ha già un vincitore annunciato ed è Baglioni. No, che avete capito, non parliamo di Claudio, il direttore artistico. Ma di Lorenzo, il giovane cantante che si presenta nella sezione Nuove proposte con il brano Il congiuntivo (se sospettate un caso di nepotismo, rassicuratevi: è solo un omonimo dell'autore di Piccolo grande amore). Leggi anche: Ignoranza candidata premier, Di Maio: il congiuntivo choc Il pezzo di Lorenzo Baglioni racconta, in modo ironico e intelligente, la storia di un tale che riceve un due di picche dalla tipa perché usa male il congiuntivo, scrivendole su un biglietto: «Se io starei con te, sarei felice». Pensava fosse amore, e invece era un errore (grammaticale). Ferito, il maschio molestatore della lingua italiana capisce che «è tempo di riaprire il manuale di grammatica» e si dedica allo studio matto e disperatissimo delle coniugazioni verbali, all' insegna del motto «Segui la consecutio temporum!». Via via comprende che «il congiuntivo ha un ruolo distintivo, si usa per eventi che non sono reali», che «è dubitativo, quasi riflessivo»; ogni tanto si tormenta, compiangendosi: ah, «se avessi usato il congiuntivo trapassato, con lei non sarebbe finita male». Fino al colpo di genio: presentarsi a casa di lei con tanto di cartelli e verbi al congiuntivo perfettamente coniugati. E così la riconquista con un sfilza di «che io abbia», «che io avessi», «che abbia avuto». E si congiunsero infine grazie al congiuntivo... Ora, noi lo consacriamo ufficialmente come nostro cantante preferito. E, dato che le elezioni cadono appena un mese dopo il Festival, vorremmo candidarlo anche alle elezioni Politiche. Lo vedremmo bene, ad esempio, come prossimo ministro dell' Istruzione. Dopo la «più migliore» Valeria Fedeli che si serve del congiuntivo allo stesso modo in cui provvede ad acconciarsi i capelli (in modo discutibile), potremmo avere un ministro che non solo è laureato e non solo è un ex prof (Baglioni insegnava matematica), ma addirittura non compie strafalcioni ogni volta che parla e scrive. In particolare, lo vedremmo perfetto nel ruolo di sfidante di Di Maio. Al candidato Cinque Stelle, solito inciampare in topiche come «il movimento ha detto che noi volessimo fare», Baglioni potrebbe rispondere con la sua canzoncina impeccabile che, se non gli vale gli stessi voti sul blog, sicuramente gli vale voti molto più alti a scuola. E poi Baglioni ha tutti i requisiti per poter essere il leader di un movimento di cittadini che, oltre a onestà, chiede rispetto per la lingua patria: ha la stessa età di Di Maio (entrambi sono dell' 86), è un comico (come Grillo) ed è uno che studia, da un punto di vista matematico, vortici e uragani (magari qualcuno del Movimento potrebbe chiedergli ragguagli sulla teoria delle scie chimiche). Da non escludere poi il fatto che il ragazzo vive a Firenze e potrebbe proporsi come sostituto dell' ormai datato statista di Rignano, Matteo Renzi: da Baglioni il segretario dem potrebbe prendere ripetizioni di matematica, dopo i tanti numeri sparati a vanvera; e imparare qualche regolina di trigonometria, utile magari per vincere le elezioni: come canta Baglioni in un altro pezzo, «sull' asse delle ascisse puoi incidere il coseno, asse delle y invece per marchiare a fuoco il seno». Insomma, senza seno (i risultati) e coseno (idee buone per il futuro), non cresce nemmeno il consenso... di Gianluca Veneziani