Asia Argento, Harvey Weinstein: "Bugiarda, ambigua traditrice". Ma poi il legale smentisce tutto
«Ho delle cose incredibili da raccontarti». Quando uno come Harvey Weinstein, potentissimo produttore di Hollywood, ora caduto in disgrazia per vie delle accuse di molestie sessuali, chiama un amico giornalista per dirgli che ha voglia di sfogarsi, l'altro non può che precipitarsi con penna e taccuino. Così è andata quindi tra l'uomo che tutto poteva sui set del grande cinema americano e il columnist dello Spectator, Taki Theodoracopulos. Weinstein non vedeva l'ora di spifferare tutti i dettagli della sua precedente vita quando «offrivo lavoro in cambio di sesso, come fanno tutti», ha confessato alla firma del quotidiano inglese, di dire la sua su chi l'ha accusato: su Asia Argento, of course. È a causa dell'attrice italiana, infatti, che Weinstein si è trovato tutto il mondo contro, orde di femministe coalizzate in marce anti-maiale e un movimento nato ad hoc per dire basta al maschio voglioso che ti fa fare carriera se sei carina e ci stai. Dopo la denuncia, vent'anni dopo i fatti, dell'Argento si è creato il clan delle #Metoo, è scoppiata la moda della denuncia tardiva, in un effetto domino sono usciti scheletri dagli armadi risalenti ad epoche giurassiche e l'ondata di protesta si è diffusa come un contagio nel nostro cinema, nelle istituzioni, nel mondo dell'arte e perfino nell'accademia dei Nobel. Dalla caccia alle streghe alle streghe in caccia del maschio orco. Tante avranno sicuramente ragione, per altre sarà bastato seguire la scia. Weinstein, nel frattempo, è stato accusato di stupro, arrestato, poi rilasciato su cauzione, sputtanato urbi et orbi e quindi, ecco, che appena ha potuto, il fondatore della Miramax si è difeso contrattaccando. Asia? «Un'ambigua traditrice», ha detto al giornale britannico. E, assetato di vendetta, l'ex produttore ha tirato in ballo il suicidio di Anthony Bourdain, lo chef stellato a cui la figlia di Dario era legata negli ultimi tempi. Bourdain in apparenza aveva tutto: soldi, fama, successo e una vita amorosa appagante, eppure si è tolto la vita l'8 giugno e per Asia è stato un trauma. «Non ho mai saputo della sua depressione», ha confidato, apostrofata da molti come responsabile della fine tragica del cuoco. Leggi anche: Asia Argento, la scelta impensabile: subito dopo la morte di Bourdain... Anche Weinstein ha voluto dire la sua sul rapporto Argento-Bourdain smentendo Rose McGowan, attrice e amica di Asia, la quale il giorno dopo il suicidio aveva scagionato Asia: «Lei è uno spirito libero, e lo era anche Anthony. La loro era una relazione aperta. Il suicidio è stata una scelta solo sua». «Bugiarda», le ha replicato Weinstein, che si è voluto vendicare anche di lei nell'intervista allo Spectator, soprattutto nel punto in cui il produttore ammette: «Vero, offrivo lavoro in cambio di sesso, ma così fan tutti e tutte ci stavano». Un'ammissione di responsabilità che, sa da un lato conferma ciò che già molti sospettavano, dall'altro però suona come una confessione che può nuocere in fase processuale. Il legale di Weinstein, infatti, lo ha subito stoppato: «Non è vero niente». E le stesse dichiarazioni del molestatore sono state subito rettificate. Ma la tra Weinstein e Argento non finisce qui. (B. B.)