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Industrie chimiche le più attente ai rischi ambientali

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(AdnKronos) - Quando si tratta di rischi ambientali, le più attente sono le aziende chimiche. Le imprese ad alto rischio, in particolare del settore chimico, sono quelle che stanno lavorando di più per limitare il proprio impatto sull'ambiente. È quanto emerge da un'indagine condotta dall'ente di certificazione Dnv Gl - Business Assurance e dall'istituto di ricerca Gfk Eurisko su oltre 3.500 professionisti provenienti da imprese di settori diversi in Europa, Nord America, Centro e Sud America e Asia. Il 92% delle aziende ad alto rischio, ossia quelle il cui impatto ambientale potrebbe rivelarsi significativo per natura e gravità, considera la salvaguardia dell'ambiente come parte integrante delle proprie strategie. Fra queste, con percentuali che raggiungono il 98%, spiccano le imprese del settore chimico (+14% rispetto alla media mondiale e +9% rispetto a quella italiana). Il 96% delle industrie chimiche adotta policy di tutela ad hoc. Interrogati su quali siano i principali rischi ambientali, i professionisti intervistati hanno indicato quelli associati allo smaltimento dei rifiuti (60% media globale, 56% media italiana). Anche per le industrie chimiche lo smaltimento dei rifiuti rappresenta una delle preoccupazioni principali (61%), insieme all'utilizzo di materiali pericolosi (64%) e allo scarico di acque reflue (62%). Queste aziende, inoltre, sono particolarmente sensibili al tema delle emissioni atmosferiche (42%). Con il 100% degli intervistati che implementa almeno un'iniziativa per ridurre i rischi ambientali, a fronte di una media mondiale e italiana di poco superiore al 90%, il chimico si conferma il settore più attento all'ambiente. Oltre a monitorare la conformità ai requisiti legali e di altra natura (92%), l'82% delle aziende del settore svolge attività di assessment per identificare tutti i potenziali impatti sull'ambiente, il 76% adotta sistemi di gestione e il 63% monitora indicatori ambientali specifici. Inoltre, sono impegnate in attività innovative legate, ad esempio, a processi di progettazione che mirano a minimizzare gli impatti (62%). Benché con percentuali inferiori, un comportamento analogo si riscontra in tutte le aziende ad alto rischio, generalmente più attive rispetto alla media mondiale. Coerentemente con ciò che avviene a livello globale e anche in Italia, leggi e normative (90%) rappresentano la spinta principale per le aziende chimiche a impegnarsi in azioni di salvaguardia ambientale. Seguono la continuità operativa (45%), la reputazione di marca (43%) e l'opinione pubblica (37%), rivelando quanto contino le pressioni esterne da parte di comunità e istituzioni in questo settore. Il consenso degli stakeholder esterni è essenziale perché queste imprese possano continuare a operare e le iniziative di tutela intraprese hanno dimostrato la propria utilità in tal senso. Il 70% delle industrie chimiche, infatti, ha ottenuto benefici in termini di miglioramento delle relazioni con le autorità e il 40% con le altre parti interessate. In tutto il mondo, invece, il fattore che maggiormente ostacola i progressi delle aziende nella gestione ambientale è la mancanza di risorse finanziarie (33%). La percentuale scende al 26% per le imprese del settore chimico e il 36% addirittura non rileva alcuna barriera al miglioramento. Per il futuro le aziende si aspettano di migliorare le proprie capacità di gestione e diminuisce la preoccupazione per questioni come lo smaltimento dei rifiuti (-12%) o lo scarico di acque reflue (-9%). Il 92% degli intervistati dichiara che manterrà o aumenterà il livello degli investimenti. In particolare, quasi un'azienda chimica su due incrementerà gli investimenti per la tutela ambientale nei prossimi tre anni. "Le aziende che operano negli ambiti più a rischio e spesso soggette a normative e controlli più stringenti sono le più attente in materia di tutela ambientale - commenta Luca Crisciotti, Ceo di Dnv Gl Business Assurance - Queste aziende, soprattutto quelle del settore chimico, sono consapevoli dell'importanza di mantenere un dialogo con gli stakeholder per poter rimanere sul mercato. Fatto ancor più importante, hanno iniziato a sviluppare un approccio ambientale di lungo periodo, sforzandosi di superare le logiche di breve termine legate a profitti e perdite".

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