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'Grandi muraglie' difensive per contrastare il rischio di inondazioni marine

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Roma, 5 feb. (Adnkronos) - L'aumento della temperatura media del pianeta, circa un grado negli ultimi 150 anni che arriva però a oltre 2° nell'Artide, ed il conseguente scioglimento dei ghiacciai e della banchisa polare, pongono con urgenza il problema dell'innalzamento del livello del mare che mette sempre più a rischio vaste aree costiere. Secondo uno studio della Accademia Nazionale delle Scienze statunitensi entro il 2100 le abitazioni di centinaia di milioni di persone si troveranno a rischio di inondazione con costi di oltre centomila miliardi di dollari. Le inondazioni peseranno per circa il 10% dell'economia mondiale, spalancando scenari di gravità catastrofica. Secondo gli studiosi l'unica soluzione potrebbe essere quella di costruire gigantesche barriere difensive, delle vere e proprie 'lunghe muraglie' da frapporre all'aumento del livello degli oceani. Una opzione costosa, valutata in circa 80 miliardi di dollari, ma estremamente competitiva rispetto all'ipotesi formulata sull'entità dei danni probabili. Negli Stati Uniti dopo le inondazioni dell'uragano Katrina del 2005 il governo federale ha varato un piano da 14 miliardi di dollari per la costruzione di una barriera di paratie mobili a difesa della città di New Orleans, come altri progetti sono stati avviati per difendere altre vaste aree costiere che si troverebbero presto al di sotto del livello delle future maree che potrebbero crescere, da qui al 2100, dai 30 centimetri ai 4 metri. In Italia un sistema di pareti mobili è quello del Mose, in costruzione a difesa della laguna di Venezia. Il progetto, varato nel 2003, ha visto finora la costruzione di 5 paratie già collegate tra loro più una sesta che verrà collegata nel prossimo futuro. Tutto il progetto prevede la messa in opera di 78 paratie e la conclusione dei lavori è prevista tra due anni, nel 2016.

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