Michele Santoro e Marco Travaglio, cosa c'è dietro il litigio
Lo scontro, tra grida e urlacci. Poi Marco Travaglio si alza e se ne va. Proprio come fece Silvio Berlusconi con Lucia Annunziata. Peccato però che Travaglio se ne sia andato dallo studio del suo ormai ex "migliore amico", dallo studio nel quale lavora, quello di Servizio Pubblico dove domina Michele Santoro. Uno scontro che fa la storia della televisione, con il teletribuno che intima al vicedirettore del Fatto Quotidiano, urlando, di piantarla con gli insulti, e con la prima donna Marco che si alza e sguscia via sussurrando: "Questo è matto" (guarda il video). Un nervosismo incredibile, dietro al quale, però, ci potrebbero essere alcune ragioni non riconducibili unicamente alla contingenza della diretta. Le tre tappe - Dietro lo "scazzo", ad aver fomentato insomma quel nervosismo, c'è - per partire dall'episodio più stagionato - quell'articolo del Fatto in cui si scriveva che Santoro e il suo modello di talk sono superati. Dopo l'articolo, la risposta del teletribuno in diretta, quando ricordò che, insomma, le vendite del Fatto Quotidiano, oggi, non vanno poi così bene. Quindi il secondo episodio, le voci sul litigio dietro le quinte prima dell'inizio della trasmissione tra Travaglio e Santoro, con il primo - si sussurra - che reclamava una collocazione del suo intervento ad un orario differente. Marco, infatti, viene confinato vicino alla mezzanotte (questo perché, spiegano alcune fonti, molti politici si rifiuterebbero di partecipare al talk, poiché intimoriti dal suo editoriale). Meglio spostarlo, dunque, quell'editoriale. E qui si arriva a ieri sera, quando ancora una volta Travaglio fa capolino intorno alla mezzanotte. Nervoso. Nervosissimo nel suo piccolo spazietto. E la situazione è precipitata...