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Festival Venezia, dalla Riccobono alla Rohrwacher: come sono tristi le donne sinistre

Le nuove icone, graditissime ai potenti radical-chic, "dominano" il Lido ma hanno poco sapore. Ridateci la Ferilli e la Parietti...

Giulio Bucchi
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Oggi non sono a Venezia. Non so se ci andrò. Ma presso qualcuno (non tantissimi) passo per un esperto di cinema, e quei non tantissimi oggi mi chiedono conto di qualche scelta veneziana. E magari mi colpevolizzano. Come se Eva Riccobono, Emma Dante e Alba Rohrwacher le avessi portate a Venezia io.  Per la cronaca Eva è la madrina  del Festival. Emma e Alba regista e interprete di Via Castellana Bandiera uno dei tre film della selezione nostrana, presentato ieri al Lido con scarso successo.  Mia moglie vede Eva in tv e chiede: Chi è 'sta Riccobono? Risposta: è un'indossatrice, una top model. Ma che c'entra col cinema? Mah, ha fatto una particina con Verdone e poi Passione sinistra di Ponti. Le hanno dato anche un Ciak d'oro. Allora è brava? Non so, non l'ho visto il film. Nessuno l'ha visto tranne quelli di Ciak.  Però adesso vuol fare l'attrice a tempo pieno. Ma come fa con quella erre moscia? Non lo so, ma qualcosa farà, è molto spinta. Chi la spinge? Mah, ufficialmente è stata scelta da Alberto Barbera, il direttore del Festival. Ma lassù (leggi, in alto a sinistra) qualcuno deve amarla molto. Perché subito dopo la scelta di Barbera, tanti colleghi di sinistra si sono scatenati in copertine e interviste. D'accordo  le mie sono solo illazioni,  ma le illazioni sono quasi obbligatorie quando una sconosciuta viene collocata in un ruolo che è già stato di Vittoria Puccini e di Isabella Ragonese. Che per essere state, rispettivamente, Elisa di Rivombrosa e la telefonista di call center di Tutta la vita davanti non potevano essere definite delle signorine nessuno. Emma Dante. Nel suo caso non sono illazioni. La 45enne regista siciliana ha avuto e ha padrini al di sotto di ogni sospetto. Da Andrea Camilleri (che prima di inventare Montalbano era noto come il regista più rosso e meno bravo della storia della tv) all'attuale presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta, che si è spesso dichiarato suo grande fan. Emma poi non ha potuto evitare di essere etichettata a vita in occasione della sua regia della Carmen alla Scala. Il loggione l'ha trattata da peracottara. Franco Zeffirelli ha definito il suo spettacolo uno dei punti più bassi nella storia del teatro milanese. Roba da andarsi a nascondere. E invece il culturame di sinistra è insorto unanime in sua difesa. Macché peracottara. La Dante è un genio dello spettacolo. L'unico suo neo è di non aver mai fatto diretto riferimento a Berlusconi. Però indiretto sì.  In una sua pièce, Cani di bancata, non pochi hanno visto allusioni a Dell'Utri, ai patti scellerati tra affarismo e mafia. Alba Rohrwacher. Se dicessimo che è cagna, diremmo una stupidaggine (o una frottola). Se dicessimo che è sexy,  verremmo  presi per interdetti. È sicuramente l'attrice meno arrapante del cinema negli ultimi 30 anni (persino la Littizzetto, persino Nicoletta Braschi riescono a volte a essere più attizzose). Eppure questa pallida fiorentina dalle troppe efelidi è l'attrice più richiesta del cinema italiano. 27  film negli ultimi 8 anni. Nemmeno le grandi «bbone» dei tempi d'oro sono state più corteggiate dai nostri registi. Non è un caso, non può esserlo se fra i suoi corteggiatori  ci sono direttori  di sicura fede (o ex fede) bertinottiana, da Nanni Moretti a Marco Bellocchio alla figlia di Toni Negri. Anche se poi a ben guardare la sua interpretazione migliore Alba l'ha data con un direttore non schierato, l'Avati di Il papà di Giovanna. Figuriamoci se la regista di Crocetta se la faceva scappare, se rinunciava a illuminare Via Castellana Bandiera con il pallore dell'Alba. Dico questo non da avversario  ma da deluso della sinistra. Che all'appassionato di cinema ha dato tanto, tantissimo. Da grandi figli di puttana e grandissimi registi come Elio Petri, Valerio Zurlini, Francesco Rosi, a tante belle donne che ti hanno lustrato la vista (le cosce lunghe di Alba Parietti). Che ci faccio con la erre moscia della Riccobono? Ridatemi la parlata burina della Ferilli. di Giorgio Carbone

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