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Ora o mai più, Amadeus svela il piano: "Oggi la sfida alla De Filippi, domani...". La scalata alla Rai

Davide Locano
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In tv ci sono le primedonne e poi i gran lavoratori: quelli che macinano ascolti e che non si tirano indietro se l'azienda chiede loro qualche azzardo. Come Amadeus. Il volto de I soliti ignoti accetta la sfida del sabato sera scendendo in campo, da domani su Rai Uno, contro Maria De Filippi. Al suo arco, la seconda stagione di Ora o mai più, il talent canoro dedicato ai desaparecidos della musica italiana. Sfiderà la De Filippi, un compito quasi impossibile... «Il mio obiettivo, condiviso con la Rai, è quello di fare un buon prodotto. Nulla di più. Se pensassi anche solo di scalfire un programma come C' è posta per te, sarei un folle». Nessuna ansia? «Mai avuta, nemmeno con I soliti ignoti: quello che conta è condurre uno show in cui credo». Per di più, ora, si aggiunge la variabile della diretta. «L'ho chiesta personalmente, insieme al televoto: in un varietà fa la differenza perché infonde pathos alla sfida». Come i suoi concorrenti, anche lei è stato fermo due anni. Crede che, per chi faccia tv, sia importante liberarsi velocemente dalla sindrome del telefono che non squilla? «Quando il telefono non squilla è dura e ognuno lo vive in modo diverso. Personalmente ho provato molta rabbia verso me stesso: avevo commesso degli errori fidandomi delle persone sbagliate. Però quella pausa mi ha fatto bene: ricominciare da capo mi ha aiutato a trovare una nuova energia e la giusta grinta. Ho capito che devo fidarmi solo ed unicamente di me stesso e di mia moglie». Lei è stato scoperto da Cecchetto. Crede che oggi uno dei problemi della tv è che lo scouting sia diventato un genere tv, snaturandosi? «Esistono sicuramente degli effetti collaterali. Una volta era difficile entrare nel mondo dello spettacolo: le vallette così come i giovani presentatori dicevano davvero due parole in croce, oggi invece i nuovi volti sono subito promossi in prima serata. Il punto è che si può scendere con la stessa velocità con cui si sale e un conto è attraversare la fase di down a 45 anni, quando sei ormai un uomo strutturato, un altro a 25 anni». La partenza di Ora o mai più è stata preceduta dalla polemica su Annalisa Minetti. Cosa pensa del dilagante clima d'odio? «Il mondo social un po' mi spaventa: gli adulti devono imparare a usarlo tanto quanto i ragazzi. Io sono all'antica e non ho Fb e Twitter: se voglio rivedere un vecchio amico, lo chiamo». Avrebbe voluto raccogliere lei il testimone di Frizzi a L'eredità? «Non sarebbe stato possibile: quando è mancato, facevo già I Soliti ignoti, che peraltro è stato lanciato proprio da Frizzi». In autunno potrebbe esserci un cambio di conduzione, visti i dubbi sulla gestione Insinna? «Non so. Amo L' Eredità, ma non faccio mai progetti che vadano oltre l' attuale stagione tv». Se dovesse spuntarla contro la De Filippi, un posto a Sanremo gli spetterebbe «Di certo non rifiuterei! Però se nessuno me lo dovesse mai proporre, non lo vivrei come una pagina triste della mia carriera. Faccio già molte cose: va bene così, anche perché la passione resta il programma quotidiano, che mi fa entrare nelle case degli italiani». di Francesca D'Angelo

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