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Aldo Baglio balla da solo: "Faccio un film senza Giovanni e Giacomo"

Maria Pezzi
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 “Non sono rimasto solo! Con Giovanni e Giacomo l'unione è sempre perfetta”, sottolinea Aldo Baglio che dà una svolta alla sua vita e prova a fare un film da solo. Ci sarà riuscito? La critica in questi casi è sempre feroce, perché mettersi in discussione dopo tanti anni di lavoro in un trio di successo è sempre un rischio. Per non parlare delle penne al vetriolo che si staranno già scatenando. Invece, il film Scappo a casa funziona perché è esattamente ciò che noi guardiamo ai tg nazionali: l'eterna lotta tra l'uomo “nero” che vuole divorare tutto, e il bianco che l'ha sa lunga più del diavolo, ma deve giustamente ottenere ciò che gli spetta. Come Michele (Aldo), a cui piacciono le donne, è un assiduo frequentatore dei social network, gira sulle macchine di lusso che prende nell'officina in cui lavora. Diretto da Enrico Lando è in uscita dal 21 marzo con il marchio Medusa, Nel cast anche Angela Finocchiaro, Jacky Ido e Fatou N'Diaye.  Aldo, un viaggio in solitaria, perché questa scelta? “Avevo l'esigenza di mettermi in primo piano da solo. Alla soglia dei 60 anni volevo fare un percorso interiore. Per un attore la sperimentazione c'è sempre, ed io mi sono aggrappato alle uniche sicurezze che sentivo”. Per approfondire leggi anche: Cosa ne sarà del trio Aldo Giovanni e Giacomo  Con Giovanni e Giacomo non le aveva più? “Ci siamo presi un anno sabbatico per non cadere in situazioni che non ci facevano più divertire. E così Giacomo ha fatto un percorso teatrale e Giovanni ha scritto un libro”.  Quando tornerete insieme? “Prima dell'estate, iniziamo a girare un nuovo film. Sarà una commedia, ma ancora senza titolo. Così torniamo insieme. Anche loro saranno presenti all'anteprima del film a Milano. Ne sono felice”.  Ci tolga una curiosità: perché fare un film sul razzismo politicamente scorretto? “Non volevo fare un film contro gli immigrati, sarebbe stato un tema molto importante e difficile da raccontare. Ho fatto un film sul cambiamento. L'immigrazione ha dato forma a questa storia perchè Michele odia i negri”.  Lo abbiamo visto, ma poi ne diventa anche un po' amico, giusto? “Beh, loro sono immigrati, io un terrone che è sempre vissuto a  Milano, dove ci sono più meridionali che milanesi. Quando ho cominciato a pensare a questo film avevo la coscienza sopita.  Il protagonista avrei dovuto chiamarlo l'indesiderato, non Michele. Sul computer hai la possibilità di vedere il mondo e invece spesso ti fai forte delle cose che dicono gli altri. In questo road movie, Michele è una persona egoista e intollerante. Ma il mondo è un po' “rotto” da tutte le parti e per quanti sforzi facciamo non c'è una cosa che si possa risolvere, gli sbagli del passato si pagano oggi”.  In futuro tenterà ancora di fare un film da solo? “Spero di sì è un altro modo di esprimersi. Quando apro le porte poi è difficile che le richiudo. Ma non mi paragonate a Zalone, non ci ho proprio pensato!”. di Annamaria Piacentini

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