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Tg2, Gennaro Sangiuliano nel mirino dei grillini: la vergognosa accusa politica

Davide Locano
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In un vecchio film con Kevin Costner (Bull Durham del 1988) la star americana interpreta un giocatore di baseball sulla via della pensione. Il suo grande pregio sono i consigli che dispensa ad un giovane campione che non sfrutta al massimo le proprie possibilità tecniche. Tra questi quello di curare la propria persona e di darsi un contegno nel vestirsi, perché quando si è un campione si può passare per eccentrici, anche essendo sciatti, ma se non si è una prima stella, ma soltanto qualcuno tra i tanti, per gli altri resterai sempre una persona trasandata, malvestita e disordinata. Questo particolare esempio cinematografico si può applicare anche un po' alla situazione che sta vivendo il Tg2 diretto da Gennaro Sangiuliano. La nomina, lo scorso ottobre, a direttore del tg Rai ha suscitato polemiche e ha gettato gli occhi addosso al giornalista. Leggi anche: Rai 2, la scalata di Francesca Romana Elisei DOVUTE DIFFERENZE Pur con le dovute differenze rispetto alla metafora del film sul baseball (il Tg2 fa parte della storia della Rai per innovazione e contenuti fin dai tempi del suo debutto nel lontano 1976 e lo stesso Sangiuliano ha un cursus honorum che passa da Libero e arriva fino alla vice-direzione del Tg1) e visti gli ottimi ascolti raggiunti dalla nuova direzione del telegiornale della seconda rete, il tg non però è riuscito a cancellare quella diffidenza, quella attenzione spasmodica e sospetta su tutto quello che manda in onda. Tacciato di "sovranismo" e di dedicare troppo spazio alla Russia di Putin, il Tg2 sembra avere gli occhi puntati e sempre critici da parte di chi non la pensa come quella linea politica. Una sorta di diffidenza generale che deve aver colpito anche il Consiglio dell' Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) che l' altro giorno ha reso noto di aver esaminato i dati relativi al monitoraggio sul rispetto del pluralismo politico e istituzionale da parte delle emittenti televisive nel periodo dal 25 marzo al 7 aprile, ovvero nelle prime due settimane di campagna elettorale per le prossime elezioni europee. E di aver «rilevato, un riequilibrio da parte rispetto alla disomogenea distribuzione del tempo», dato ai partiti politici e ai soggetti istituzionali, rispetto al precedente periodo messo sotto osservazione. C' è un però che riguarda proprio Sangiuliano e il suo tg. CURIOSA ANNOTAZIONE L'Agcom, fa notare, che c' è «una generalizzata sottorappresentazione del tempo dato al Movimento 5 Stelle nei notiziari, solo in parte controbilanciato dal tempo di notizia, rispetto alla Lega, con particolare evidenza nel Tg2». Una curiosa annotazione che, se comparata ai numeri e alle percentuali simili date ai due soggetti politici anche da altri tg, sembra ricordare quel saggio consiglio che Costner dava al suo giovane allievo. Se non sei riconosciuto come un campione, tutti ti disapproveranno. Nonostante il tg di Sangiuliano faccia record di ascolti e nonostante il curriculum di tutto rispetto del direttore, sono entrambi sempre criticati. Non si spiegherebbe allora perché l' Agcom nomini soltanto il Tg2 e non, per esempio, il Tg1 o i tg di Rai News. Anche perché i numeri sono lì a far notare questa incongruenza: i grillini sul Tg2 hanno avuto in percentuale il 12.67% di tempo, rispetto al 12.37% di Rai News e al 17.02% del Tg1. E la Lega? Il Carroccio ha avuto il 13.68% sul Tg2, il 13.30% su Rai News e l' 11.68% sul Tg1. Numeri molto simili tra le varie testate, ma sotto accusa è finito solo Sangiuliano. Chissà perché... di Giampiero De Chiara

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