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Belen Rodriguez, la furia degli intellettuali: "Non può condurre la Notte della Taranta"

Maria Pezzi
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Forse c' entra il morso della tarantola. O la coincidenza con un mese (quello di giugno) tradizionalmente smortino per l' attività accademica. Altrimenti non ci spiegheremmo l' ardore con cui diciotto intellettuali salentini - pardon accademici - hanno siglato un documento per "mettere al bando" Belen Rodriguez e l' ex marito (forse non più ex) Stefano De Martino dal festival della Taranta che si terrà il 24 agosto nelle bellissime terre del Salento. Affidare a loro la conduzione del backstage del concertone, dicono, sarebbe un cedimento al trash, al populismo e alle mode acchiappa audience. Una contaminazione inaccettabile per un appuntamento che ruota attorno alla cultura e alla tradizione più nobile di quella bella terra che è la Puglia. La faccenda merita di essere raccontata perché nella sua marginalità rappresenta un chiaro esempio di censura immotivata e fuori tempo massimo. Non scevra, se ci è consentito, da un sottile maschilismo che relega alla voce bella e svampita e non all' altezza di un evento culturale importante qualunque showgirl del momento, figurarsi una Belen Rodriguez, (e non vorremmo risvegliare le signore del metoo e quel femminismo tardivo che dorme sonni placidi dai tempi di Weinstein e compagni). Tornando al Festival. Si tratta di un appuntamento imprescindibile dell' estate pugliese. Raduna talenti della musica e della cultura e gioca con sapienza attorno a un passato popolare che in certe terre del sud ha mantenuto il suo fascino incontaminato. La grande ballata della taranta che ti entra nella mente e ti cattura i pensieri. Bellissime le narrazioni di certe antiche leggende sul potere curativo di questa danza. Attaccava la musica e in un' atmosfera intrisa di pathos e concitazione la persona colpita dal morso della tarantola iniziava a ballare per terra muovendo gambe e testa convulsamente alla maniera dello spaventoso ragno finché i piedi non battevano il suolo con foga simulando il gesto di uccidere e quindi liberarsi dal terribile aracnide. È solo contorno e credenza di popolo ma vi dà un' idea della fascinazione di certe tradizioni. Ebbene pare che quest' anno il festival sia stato pensato in grande. Che siano stati convocati cantautori e musicisti straordinari (due nomi per tutti Elisa e Guè Pequeno) e che RaiDue abbia affidato interviste e commenti con gli artisti del concertone (la conferma è arrivata da Carlo Freccero) alla coppia ricomposta Rodriguez-De Martino. Sussurri e indiscrezioni sono però arrivati alle orecchie degli accademici del luogo ed è subito partita l' offensiva. Il documento siglato dal professore Andrea Carlino - storico presso l' università di Ginevra - è stato sottoscritto da 18 intellettuali e artisti e si chiama appunto "Appello alla dignità". Niente meno. Accusa la fondazione di «aver tolto dignità a una manifestazione che è luogo di studio e (re)invenzione della tradizione musicale salentina... e di lavoro scrupoloso sulle fonti della cultura popolare». E aggiunge: «Ci chiediamo perché questa paziente costruzione, questo meraviglioso progetto creativo culturale sociale e politico, (La Notte della Taranta appunto, ndr) debba ora infrangersi vendendo l' anima del Salento al gossip, al trash, al populismo, all' acchiappa audience e all' acchiappa chiappe? Per approfondire leggi anche: Belen, una raffica di foto proibite Non esprimiamo nessuna critica sulle scelte mercantili e artistiche di Raidue, ma la fondazione Notte della Taranta, il suo presidente, il suo consiglio di amministrazione, il suo consiglio scientifico perché assecondano anzi sono complici della trasformazione commerciale e sanremese del concertone?». In un paese normale il predicozzo sarebbe finito nel dimenticatoio degli scivoloni accademici e pedanti, con tanto di scuse alla signora Belen e al suo compagno per essere stati accostati con tanta foga al trash becero e a una certa tendenza acchiappa chiappe. In Italia invece (chissà perché) certi appelli finiscono a segno, si ingigantiscono a dismisura e poi diventano insopportabili diktat. E dunque la fondazione Notte della Taranta ha subito replicato che la coppia più in voga del momento non sarà sul palco ma nel backstage come ospite e per commentare la notte del Concertone. Insomma relegata dietro le quinte. Dietro i riflettori. E lontana dalla ribalta. TROPPO FAMOSA - Oddio povera Belen, messa al bando e spedita nelle retrovie. E povera cultura che si è ridotta ad avere paura di lei, ad allontanarla e perfino stigmatizzarla. E non si capisce cosa spaventi di più della showgirl che tutto il mondo ci invidia: le gambe mozzafiato, la farfallina tatuata (oddio, ma è ben nascosta) di cui si fece un gran parlare un tempo, la parlantina argentina, o i suoi amori vip. O forse semplicemente che piaccia a migliaia di persone e dunque possa traghettare un festival alto e di nicchia verso una platea un po' più popolare. Scusate le tre osservazioni banali e forse trash, populiste e acchiappa audience. Ma che cultura è quella che non cerca di prescindere dalle stanze ovattate, dai virtuosismi per pochi e da una dialettica alta e saccente? Che cultura popolare è quella che non asseconda i gusti del popolo? E che accademico è quello che non vuole portare la sua verve intellettuale un po' più in là della cattedra e di una fredda e asettica auletta universitaria? Un' ultimissima domanda, ma questa per le femministe che dormono sonni placidi: vi pare normale accostare Belen a una deriva acchiappa chiappe? A noi sembra riprovevole e un tantino offensivo. Ma non abbiamo sentito alcuna voce indignata. di Simona Bertuzzi

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