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Giovanni Floris, la gaffe con la moglie del ministro Castelli: "La faccia smettere", caos in studio

Davide Locano
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Una lunga intervista, quella concessa da Giovanni Floris a Il Fatto Quotidiano. Il conduttore de La7 ripercorre la carriera, dai tempi in cui mandò il curriculum ad Enrico Mentana. Poi parla del suo editore, Urbano Cairo, affermando che "mi sembra molto difficile che un imprenditore di successo possa pensare all'impegno in politica, se non richiesto dal Paese". Dunque un divertente aneddoto, quando George Bush lo scambiò per un cameriere messicano. E infine si parla dei mitologici applausi in studio a DiMartedì, il talk-show del giovedì sera su La7: come è noto, tutti applaudono tutti, e con grande passioni. Sul punto, Floris si sbottona. Quando gli fanno notare che a DiMartedì il pubblico applaude sempre, Floris risponde: "A Ballarò le gradinate erano composte da persone che chiedevano di partecipare, e ai tempi di Berlusconi erano quasi tutti 'anti', così per pareggiare cercavamo gruppi di centrodestra (ride, ndr). Una sera, Castelli ospite, c'era una signora dietro di lui che esagerava tra applausi e smorfie: durante la pubblicità mi avvicino all'allora ministro e con garbo gli esprimo un'esigenza: Per favore, questa la tranquillizzi. E lui: È mia moglie". Una strepitosa gaffe. Dunque, parlando degli applausi a DiMartedì, spiega: "La gente non segue più tanto la politica e i talk si sono moltiplicati: i volontari saranno una cinquantina, poi riempiamo e il problema è che non hanno una posizione e si aggregano a ogni applauso, da qui l'inflazione. È una questione che dobbiamo affrontare", conclude. Leggi anche: Vittorio Feltri smonta la stagione televisiva: "Solita spazzatura"

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