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Sanremo 2020, terremoto in Rai: Teresa De Santis fa causa all'azienda, nel nome di Amadeus

Davide Locano
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Cala il sipario sul Festival di Sanremo. Rai in brodo di giuggiole: nessuno poteva immaginarsi dati di ascolto simili. Un successo pazzesco, clamoroso, inarrivabile quello di Amadeus alla kermesse dell'Ariston. Ma in questo contesto c'è anche chi, giustamente, si arrabbia. Si tratta di Teresa De Santis, ex direttore di Rai 1, rimossa dal suo incarico a pochi giorni dal Festival. Come ricorda Il Fatto Quotidiano il cambio della guardia avvenne lo scorso 13 gennaio: al suo posto Stefano Coletta. Cambio alla vigilia della conferenza stampa di presentazione proprio del Festival di Sanremo, insomma qualcosa che non si era mai visto. La De Santis, per inciso, era stata sostituita dopo lunghi mesi di polemiche dovute al fatto che era arrivata al vertice della rete ammiraglia di Viale Mazzini in quota-Lega. Leggi anche: Sanremo 2020, la rivincita di Amadeus: che messaggio alla Boldrini Insomma, questo Sanremo che ha avuto un successo clamoroso è figlio suo. Lo ha creato lei. Eppure nessuno glielo ha riconosciuto, eccezion fatta per Marcello Foa, il presidente Rai che fu suo sponsor: "Va dato merito a Teresa De Santis, che in queste ore è stata un po' dimenticata nel flusso delle notizie del Festival. È stata lei a volere fortemente Amadeus e ha avuto ragione. Lei ha impostato questa edizione, senza nulla togliere a Coletta", ha commentato ai telegiornali. Silenzio tombale, invece, da parte dell'ad della Rai, Fabrizio Salini. Certo, la De Santis guarda con soddisfazione ai dati Auditel: sa che il merito è suo. Ma in tutto ciò, sganciata sempre dal Fatto Quotidiano, c'è anche una bomba. Davvero clamorosa. Si apprende infatti che la De Santis è pronta a fare causa a quella Rai che la ha defenestrata in malo modo. Due giorni fa infatti si sarebbe recata allo Studio D'Amati, a Roma, specializzato proprio in diritto del lavoro e della persona. Obiettivo, imbastire un'azione legale per mobbing e demansionamento. Secondo lei, infatti, mai nessuno a Viale Mazzini è stato trattato come lei.

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