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Michel Piccoli, addio a 94 anni ad un mostro sacro del cinema: da Godard a Ferreri, da Hitchcock a Bunuel

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"Ho un patto con Dio, la possibilità di vivere metà dell’eternità", amava ripetere spesso. Per gioco, per scaramanzia e per quella sorta di scherzare con un argomento così serio, Era così Michel Piccoli, morto oggi a 94 anni, "tra le braccia della moglie Ludivine e dei suoi giovani figli Inord e Missia, in seguito a un incidente cerebrale", si legge in una nota della famiglia. Ha recitato  in 176 lungometraggi, 49 pièce di teatro e 33 cortometraggi. Con registi del calibro di Jean-Luc Godard, Jean-Pierre Melville, Alain Resnais, Jean Renoir, Luis Bunuel, Leos Carax, Claude Sautet, Jacques Demy, Alfred Hitchcock e gli Italiani Elio Petri, Mario Bava, Marco Ferreri, Ettore Scola, Liliana Cavani e Nanni Moretti (nel 2011 vinse il David di Donatello come protagonista di Habemus Papam). La sua carriera cinematografica era iniziata già  a metà degli anni '40, ma esplose poi  nei primi '60 grazie a due registi che caraterizzano bene il suo lavoro recitativo; quella di una solida doppia veste di attore impegnato, ma allo stesso popolare: Luis Bunuel e Jean Pierre Melville, il papà del polar francese. Nel 1962, a 37 anni, interpretò Lo spione  di Melville, accanto a Jean-Paul Belmondo e Serge Reggiani.  Ma anche l'amicizia, nata a teatro, con Bunuel lo porta nel 1964 ad essere uno dei protagonisti di Bella di giorno e poi nel 1972 tra gli attori del Fascino discreto della borghesia.

 

 

Ma tutti i grandi autori del cinema francese lo hanno diretto: oltre Melville, Jean Luc Godard, Alain Resnais, Roger Vadim, René Clement, Yves Allégret, Claude Chabrol, Claude Lelouch, Claude Sautet, Betrand Tavernier. Sul finire degli anni Sessanta sposa l'attrice e cantante francese Juliette Gréco, dalla quale divorzierà nel 1977, rimandendo comunque suo amico per molto tempo. Grazie al cinema italiano, di cui è stato uno dei più assidui frequentatori, ha vinto la Palma d'Oro a Cannes come miglior attore per Salto nel vuoto (1980) di Marco Bellocchio, Nel 1980 si sposa con la sceneggiatrice Ludivine Clerc, la sua attuale moglie, e viene diretto da Louis Malle in Atlantic City. Un altro premio, l'Orso d'Argento a Berlino, arriva l'anno seguente per Gioco in villa"di Pierre Granier-Deferre.  Nel 2015, in un libro autobiografico, scritto a quattro mani con Gilles Jacob, a lungo patron del Festival di Cannes, ricordò per la prima volta di aver avuto una storia con Romy Schneider: "Abbiamo avuto entrambi la debolezza di lasciarci andare a dei gesti non sempre onesti, ma che non hanno mai distrutto l’amicizia che nutrivamo l’un per l’altro". 

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