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Oggi è un altro giorno, Toni Santagata imbarazza Serena Bortone: "Io e le corna", uno scandalo in Rai

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A Oggi è un altro giorno si rivede Toni Santagata, vecchia gloria della canzone italiana e ancora oggi brillantissimo, a 86 anni suonati. Appassionato di musica fin da bambino, il cantante folk pugliese ha dovuto superare la diffidenza del padre ("Una volta ha rotto con un calcio la mia chitarra", ricorda con un sorriso) e ha ricordato anche i suoi "incroci" con il mondo della altissima politica. Il presidente della Repubblica Sandro Pertini era fan di una delle sue canzoni più famose, Austerity, mentre con Aldo Moro "ci incontrammo alla fiera di Foggia. Mi accolse con un grande sorriso, chiacchierammo un po’ e mi disse che sarebbe stato bello avere altri giovani come me in Italia. La sera mi telefonò un grande della DC di allora, che mi rivelò che il giorno dopo sarei dovuto andare a firmare, perché il mio nome era nell’elenco dei candidati deputati. Mio padre mi diceva di accettare, ma io dissi di no per tanti motivi. Un rifiuto ripetuto negli anni successivi di fronte a un’avance simile di Pannella".

 

 

 

 

 

 

Precursore sotto molti punta di vista, Santagata ha rivendicato il fatto di essere stato tra i primi in Italia a mescolare canzone e cabaret (insieme a Giorgio Gaber ed Enzo Jannacci, una formula poi diventata consuetudine tra anni Settata e Ottanta soprattutto per gli autori vicini al Derby di Milano) e tra le vittime più illustri della "censura" della Rai in una Italia pre-divorzio ancora molto bacchettona a causa di un riferimento esplicito alle... corna. "Per dieci anni hanno censurato una mia celebre canzone soltanto perché conteneva questo vocabolo". 

 

 

 

 

 



Era la celebre Quant'è bell' lu primm'ammore che Santagata volle portare a Canzonissima, trattando con l’ex direttore di Rai Uno Giovanni Salvi. "Alla fine mi disse di dirla soltanto due volte  - ricorda a proposito della parolina proibita - e così feci. Cantai il singolo con la parola che mi era stata censurata".

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