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Venezia, l'ultima vergogna: il film choc su Padre Pio

Bruna Magi
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È il film che ha fatto esistere Shia LaBeouf, che negli ultimi anni non aveva condotto un'esistenza proprio da aveva santo. Parliamo di Padre Pio, diretto da Abel Ferrara e presentato in anteprima mondiale alla Mostra del Cinema di Venezia, Giornate degli Autori. È lui a osare il volto a Pio da Pietrelcina, al secolo Francesco Forgione, e in verità ha una faccia più dolce e seduttiva, di quella del santo di San Giovanni Rotondo. Shia stava buttando alle ortiche la sua vita e la carriera, storie di droghe e violenze in serie, quando è arrivata la proposta di Ferrara, è rimasto folgorato dal ruolo e si è convertito. Miracoli di Padre Pio. Quando lo vediamo arrivare a cavallo a San Giovanni Rotondo, giovane frate dimesso, per assumere il ruolo di presbitero in convento, fa tenerezza. Lo osserviamo pregare, soffrire negli scontri notturni con le forze del male, i demoni che lo ossessionavano, poi ricevere le stimmate che avevano dilaniato la mani di Cristo, ma nel film di Abel Ferrara non emerge la dimensione enorme del personaggio che richiama milioni di persone è come sfocato nel contesto di quanto sta avvenendo in chiave storico-politica.

 

 

COME DEI ROTTAMI - Siamo alla fine della prima guerra mondiale, tornano a casa i reduci, quei pochi che si sono salvati sul fronte del Carso. È stata un'ecatombe senza precedenti nella storia del mondo, i sopravvissuti sono miseri avanzi di uomini, chi ha perso un arto, chi è ridotto alla ce, chi è stato colpito dalla tubercolosi, chi ha pesanti problemi psicologici. Stringe il cuore, vedere le loro donne che li hanno aspettati ad ogni costo, felici di riaverli anche se hanno le sembianze di rottami. Urge riprendere il lavoro, i nuclei familiari sono affamati, ma l'esistenza, per i reduci gloriosi, considera eroi, è dura come quando sono partiti. Alcuni per sopravvivere passano dalla parte dei "padroni", nel ruolo dei guardiani dei loro beni. Quelli che lavorano nei campi hanno una vita terribile, cavano le pietre con le mani, le trasportano su carrette, crollano sotto il peso della fatica. Uno di loro muore ei latifondisti pugliesi esigono che non venga detto per non far scoppiare disordini e ribellioni. I poveracci fanno quadrato intorno a un medico illuminato, è un gran fiorire di bandiere rosse, quelle socialiste che, prima della scissione di Livorno, ostentavano ancora la falce e il martello. I tempi tremendi erano quelli, d'accordo, ma lo spettatore invocate nel film di Ferrara una sensazione curiosa: la quasi "non presenza" di Padre Pio, occupato con i suoi demoni e con le confessioni che tuttivano. Il titolo del film porta il suo nome, ma lui diventa poco più di un cammeo nel contesto storico-politico. È figura evanescente anche nelle vesti di taumaturgo che il mondo gli ha riconosciuto, incluso Giovanni Paolo II, non si avverte il simbolico effluvio di rose e violette, il moltiplicarsi dei miracoli, quasi non si nota un povero storpio che nel buio si alza e cammina dopo aver incontrato. 

 

 

L'ECCIDIO - Per non parlare dell'eccidio di San Giovanni Rotondo. Quello del 14 ottobre 1920, quando i socialisti, dopo aver vinto le elezioni, volevano entrare in Municipio per collocare la loro bandiera sul balcone, ma furono schierati i carabinieri per impedirlo. I manifestanti avanzavano e fu dato l'ordine di sparare, morirono quattordici persone, tra le quali un carabiniere, e sessanta furono ferite. In seguito Padre Pio fu accusato di stare con i cosiddetti "Arditi neri" nel massacro di San Giovanni: lo sostenne il giornale L'Avanti, nel momento in cui era in corso una persecuzione contro Padre Pio, che venne accusato di immoralità, affarismo e persecuzione. Fu anche accusato di essere l'ispiratore di un partito politico denominato "Arditi di Cristo", poi detti "Arditi neri", perché esibivano un gagliardetto di quel colore. In realtà sembra che non siano mai esistiti. Quel che lascia perplessi nel film è il fatto che Padre Pio appare come lontano dal dramma e si preoccupa perché l'avvento dei socialisti svuoterà le chiese. In certi momenti vien da pensare che il problema non lo interessi più di tanto, mentre sotto il profilo umano e quello della fede cattolica, sarebbe dovuto occuparsene. Abel Ferrara dice di aver girato il film in nome del suo incontestabile carisma. Ma la sensazione resta quello che nella sceneggiatura il santo sia "qualcosa in più" per raccontare l'eccidio di San Giovanni Rotondo. Il santo schiacciato dall'incombere delle bandiere rosse.

 

 

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