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Zona Bianca, Giuseppe Brindisi: "Puntiamo a Vladimir Putin"

Giuseppe Brindisi

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Giuseppe Brindisi festeggia cento puntate di Zona Bianca. E lo farà in diretta anche martedì 27 dicembre occupandosi come sempre di storie di cittadini, guerra, caro bollette e scandali. Perché né lui né il suo programma andranno in vacanza: "Mi piace pensare che sia perché siamo in linea con la politica editoriale aziendale. Siamo una trasmissione moderata in una azienda polifonica, composta da più voci. Zona bianca nasce da un'intuizione di Mauro Crippa, direttore generale dell'informazione, che decide di puntare su di me perché volto del Tg4 per fare ancora maggiore informazione durante la pandemia", spiega in una intervista a Il Giornale.

 

 

Proprio sul Covid, prosegue Brindisi, "abbiamo sposato con convinzione la campagna vaccinale. Senza però silenziare le voci di chi la pensava diversamente: ospitando in studio i no vax però dicendo che non eravamo d'accordo quando esponevano le tesi più strampalate. Ho ricevuto centinaia di minacce per questo e continuo a riceverne". 

E poi c'è stata la clamorosa intervista al ministro degli esteri russo Sergej Lavrov: "È stata una delle interviste più importanti dell'anno. Un gran colpo di cui sono fiero. E non dimentichiamo che abbiamo avuto sempre una linea pro Ucraina. Sono stato molto criticato e mi sono chiesto più volte se avrei potuta farla meglio, ma sono contento di come è riuscita. E ora puntiamo ad avere Putin: dal punto di vista giornalistico è la cosa più importante in assoluto".

 

 

Mentre il conduttore ha vacillato sulle "immagini dei morti di Bucha. Un pugno nello stomaco. Abbiamo scelto di mostrare le meno tremende perché non vogliamo fare pornografia del dolore".
 

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