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Renato Pozzetto sistema gli studenti in tenda: "Se papà fa l'operaio..."

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Con Il ragazzo di campagna ha disegnato il profilo di chi da giovane si trasferisce nella metropoli, e allora chi meglio di Renato Pozzetto può commentare la protesta in tenda degli studenti? D'altronde la sua non è stata una vita semplice. Per questo non può che dare una lezione a quei ragazzi che campeggiano contro il caro affitti. "Durante la guerra eravamo sfollati a Gemonio. Poi a Milano vivevamo nelle case minime degli sfollati. Non c'era da mangiare, la vita era dura. Ma io non ho mai avuto problemi, non desideravo cose che non potevo avere. Anzi, mi ha fatto venire in mente un ricordo...".

 

 

Il ricordo è quello del padre. L'uomo, un impiegato di banca, doveva mantenere gli studi di ben quattro figli. "Mio fratello - racconta al Giornale.it - per andare all'Università, lavorava di giorno e studiava alla sera e di notte. Ho imparato così a non desiderare cose che non potevo avere. Sa qual è la differenza principale tra i ragazzi di allora e quelli di oggi?". Presto detto: "Noi eravamo allenati alla povertà, oggi non è più così per fortuna".

 

 

Tra i vari aneddoti quello della sua prima vacanza a casa di un amico a Bobbio, in provincia di Piacenza a pochi chilometri da Milano. All'epoca l'attore è arrivato sul luogo di villeggiatura "in autostop con uno zainetto. Ho fatto i primi soldi in un cabaret da venti persone per sera. Non è stato facile e non era scontato che accadesse quello che poi per fortuna mi è accaduto. Certo, nella vita ci vuole fortuna, ma bisogna anche sapersi adattare. Non si può volere la Rolls Royce se papà fa l'operaio".

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