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Formigli sbotta in diretta: "Io conduco però...", perché impazzisce

Corrado Formigli

Claudio Brigliadori
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Italo Bocchino forse ha fatto un solo errore. Quello di non andarsene davvero da PiazzaPulita. Ospite di Corrado Formigli a La7, il direttore editoriale del Secolo d’Italia è stato preso letteralmente a pesci in faccia dal conduttore, con tanto di provocazione finale decisamente bambinesca. Ricapitoliamo: il tema forte della puntata è stato un reportage video sulle angherie subite dagli immigrati nel Cpr di Milano. Immagini impressionanti, ma Hoara Borselli fa sommessamente notare che si dovrebbe poter vedere anche quello che accade prima della repressione degli agenti, non solo le manganellate e gli strattoni dopo. Vabbè, dettagli, perché il clima è ovviamente quello della inquisizione a chiunque osi dire il contrario. Sul rogo ci finisce come al solito a La7 Bocchino, che incurante delle fiamme rilancia e contrattacca.

«Lo Stato ha il monopolio della violenza, può e deve usarla», argomenta tra le urla belluine degli altri ospiti. Quindi con una semplice domanda fa impazzire tutto lo studio: «Ma se un pazzo vuole violentare tua figlia, cosa fai?». Formigli si indispettisce, lo invita a non fare cagnara sulle inchieste e a non esprimere posizioni politiche. «Non si conduce così. Non ci sto, me ne vado», minaccia a un certo punto. E quando reclama qualche secondo in più il buon Corrado, in solidarietà con gli amici Fazio e Annunziata, lo sfida: «Io la conduco la trasmissione, però credo che con la Rai se ne possa fare dare una, credo che adesso...». Con tanto di sorriso sarcastico prima di mandare la pubblicità. Alla fine, forse, tutti contenti: Formigli che ha avuto il suo punching ball, uno scalpo da agitare davanti ai telespettatori più “democratici”. E sotto sotto, forse, pure Italo: sempre più eroe catodico del melonismo.

 

 

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