Jimi Hendrix era ambidestro
La spiegazione scientifica al genio musicale del chitarrista di Seattle
Jimi Hendrix usava con la stessa disinvoltura la mano destra e la sinistra. E proprio questa capacità sarebbe stata alla base del suo genio musicale. È ciò che emerge da uno studio condotto da Stephen Christman dell'Università di Toledo, in Ohio (Usa). L'esperto dice che Hendrix suonava la chitarra al contrario, come fanno tutti i mancini, ma - a parte pettinarsi e fumare - compiva tutte le altre azioni con la mano destra. "Per esempio mangiava e impugnava il telefono come fanno abitualmente i destrorsi", racconta Christman. Era un classico ambidestro, un "mixed-right-hand", precisa l'autore americano. Lo scienziato statunitense spiega che la creatività risulta essere particolarmente spiccata nelle persone che usano disinvoltamente entrambi gli arti. Inoltre questi individui sono caratterizzati spesso da temperamenti mistici, estroversi e pragmatici, proprio come Hendrix. L'abilità con la sinistra consentiva al musicista di Seattle di pizzicare agilmente le corde e regolare al meglio i suoni del pickup; con la destra invece teneva bene schiacciate le corde e 'inventava' accordi su accordi con una classe e un'agilità ineguagliabili. In pratica Hendrix era in grado di integrare con grande efficacia le funzioni caratteristiche dell'emisfero destro con quelle dell'emisfero sinistro: il primo è legato alle capacità matematiche e alla melodia, il secondo alle abilità linguistiche e al ritmo. In parte le caratteristiche hendrixiane sono riscontrabili in molti altri chitarristi mancini di talento, da Mark Knopfler, ex leader dei Dire Straits, a Paul MacCartney, storico leader dei Beatles (che in realtà nasce bassista). "I grandi chitarristi sono quasi tutti ambidestri", concludono gli studiosi, "a differenza dei grandi pianisti che per esprimersi al meglio devono mantenere ben separate le attività dei due emisferi". Gianluca Grossi