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Povia, "Giorgia Meloni e la nuova Rai?": Povia fa impazzire la sinistra

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Daniele Priori
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Giuseppe Povia ha compiuto 50 anni lo scorso novembre. È padre di due figlie, ormai quasi ragazze, ma i suoi bambini in musica, da diciotto anni a questa parte, non hanno smesso di “fare ohhh”. E lui, tutto sommato, col suo sguardo controcorrente, divisivo, spesso male interpretato, sembra essere rimasto negli occhi di quei piccoli. Con la purezza di chi non si arrende nonostante l’ostracismo subito dal “sistema”. E guardando il suo calendario pieno zeppo di appuntamenti musicali in ogni piazza d’Italia, viene da pensare due cose. Che sicuramente, da un lato, fa bene a non mollare e dall’altro che, certamente, c’è un pubblico che lo segue se gli organizzatori continuano a chiamarlo così tanto. Del resto, Povia, i suoi anni di successi, polemiche e pure trionfi li ha avuti. Primo in classifica per 20 settimane e il disco d’oro proprio con I bambini fanno oh del 2005, parte dell’album Evviva i pazzi. Poi il Sanremo vinto col verso del piccione di Vorrei avere il becco, nel 2006, fino alla polemiche dure in ambito sociale, iniziate con Luca era gay del 2009 e mai finite fino a oggi, quando, nonostante l’oblio radiotelevisivo calato su di lui, Povia continua a cantare anche senza sosta.

Povia, anzitutto come sta?
«Si tira a cantà...» (sorride).

Ha un’agenda fittissima di concerti tra sagre degli gnocchi e degli arrostiscini. Ci sveli il segreto di tanta popolarità senza nessuna promozione in radio.
«Boh... Sto vicino alla gente, canto anche temi che non canta nessuno. Forse per questo mi apprezzano e c’è richiesta. Le feste di piazza sono le più difficili, se conquisti la gente lì, puoi farlo ovunque».

Senta, di lei dicono sia un uomo di destra. Questo governo e la nuova Rai nata dalle sue nomine, le piacciono?
«Se cantare in difesa di bambini, lavoratori, libertà, Costituzione, contro la droga e per il bene nazionale vuol dire essere di destra, allora ok. E mi piacciono pure il Governo Meloni e la nuova Rai».

Pensa di poter riprovare a partecipare al Festival di Sanremo che lei in effetti ha vinto nell’ultimo anno del governo Berlusconi più longevo della storia?
«Lo sogno e ci provo da anni. Ho un progetto importante dedicato alle mie due bimbe adolescenti Emma e Amelia ma è solo un sogno. Sono produttore indipendente ed è ancora più difficile rientrare».

Le manca il Cav? Come ha reagito alla sua scomparsa?
«Mi è dispiaciuto molto. È stato un politico imprenditore molto intelligente con pregi e difetti come tutti».

Ha mai provato ad avere un contatto diretto con lui? Magari per qualche spazio a Mediaset...
«L’ho conosciuto nel 2017 quando ho pubblicato Era meglio Berlusconi. Mi ha invitato a Palazzo Grazioli e mi ha fatto i complimenti. Abbiamo scambiato qualche battuta breve sull’Italia, sul Milan e sul simpatico colpo di stato subìto nel 2011. Non cerco spazi a meno che non si tratti di musica...».

Senta ma, a proposito: in tutti questi anni ha ricevuto un invito a fare il giudice in qualche talent?
«No, ma mi piacerebbe se si tratta di musica. In compenso mi richiedono all’Isola e al GF con cachet importanti ma non ci andrò mai».

I talent le piacciono oppure pensa siano la superficie di qualcuno dei grandi inganni che il sistema ci propina?
«I talent sono un modo come un altro per emergere, poi sta all’artista dimostrare spessore e continuità».

Ma si offende quando la definiscono “complottista”?
«No perchè quando chiedo in cosa, non rispondono o linkano profili fake di Povia. Spesso ci casca pure qualche cronista. Quando canto un tema mi documento, come si può pensare il contrario?».

Ha mai pensato all’idea di scendere in politica?
«Mai, non mi appassiona la... partitica».

A parte ciò, quale secondo lei è una priorità per il nostro Paese?
«Oddio... credo il controllo del sistema monetario».

Il pop è una cosa seria o è materia per tormentoni un po’ demenziali?
«Tutte e due le cose dai. “La sovranità appartiene al Pop”, ci scriverò un brano».

Quindi tra Meneguzzi e J-Ax chi ha ragione?
«Tutti e due alla pari».

Per chiuderla. Lei è di destra ma, a modo suo, si è occupato e ha cantato temi come l’omosessualità e la bulimia. Questo governo come le sembra su quei temi?
«In Luca era gay racconto una storia, in Mia sorella pure, in Dobbiamo salvare l’innocenza denuncio la pratica vergognosa dell’utero in affitto. La Verità del Sanremo 2010 parla di una vita oltre la morte. Il governo non so come la pensi ma che sia più tradizionale non ci sono dubbi».

Una cosa che non si aspetta ma le piacerebbe se accadesse?
«Beh dai, un Sanremo dopo quasi 15 anni».

Finite tutte le sagre che programmi ha?
«Boh... il mio motto è “Vivi adesso”». 

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