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Gina Lollobrigida, "quanti soldi mancano all'appello": scoperta choc

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Il caso Gina Lollobrigida non si chiude. "Siamo davanti a un evidente e grave caso di circonvenzione di incapace". È quanto hanno detto in aula gli avvocati Michele e Alessandro Gentiloni Silveri, legali di parte civile, che assistono i familiari di Gina Lollobrigida nel processo a Roma che vede imputato Andrea Piazzola, l’ex assistente e factotum dell’attrice, deceduta lo scorso gennaio a 95 anni. Piazzolla è accusato di circonvenzione di incapace per aver sottratto beni dal patrimonio dell’attrice tra il 2013 e il 2018 e oggi nella sua requisitoria la pm Eleonora Fini ha chiesto una condanna a 7 anni e mezzo.

In apertura di udienza i legali hanno depositato ulteriori documenti dai quali si evince come fra appartamenti, gioielli e conti correnti, per un valore di oltre 10 milioni di euro, non sia rimasto quasi più nulla nell’asse ereditario della Lollobribrigida. Una circostanza su cui i legali e i familiari vogliono vederci chiaro. "Piazzolla, in un piano lucido perseguito fini agli ultimi giorni, da una parte solletica l’io narcisistico di Lollobrigida, dall’altra si pone in termini di necessità della sua presenza a fianco di Gina; in ogni situazione si presenta come il ’Salvatore', colui che non solo è indispensabile per portare la pillola della pressione, ma fondamentale perché le risolve ogni problema, vero o creato ad arte. Assumere un ruolo salvifico - ha sottolineato l’avvocato Michele Gentiloni - tuttavia è possibile solo se il soggetto è isolato. Il problema è l’isolamento affettivo di Gina Lollobrigida".

 

 

"L’isolamento di cui parliamo - ha spiegato l’avvocato Alessandro Gentiloni - sta nel fatto che prima dell’arrivo di Piazzolla questa donna aveva accanto a sé il figlio, la governante, il nipote, il marito canonico, l’amministratore, tutte persone che improvvisamente vengono spazzate vie". Insomma, come riporta l'Adnkronos, la faccenda non è chiusa. E potrebbero esserci nuovi sviluppi in tribunale. 

 

 

 

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