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Rocco Siffredi, il figlio Lorenzo: "I maschi nel por*** non servono più"

Hoara Borselli
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Timido, riservato, classe 1996, Lorenzo Tano si è lasciato andare ad una lunga chiacchierata. La sua partecipazione al programma di Rai1 “Ballando con le stelle” sta suscitando grande curiosità. Di suo padre Rocco Siffredi, numero uno del porno mondiale, dice che «è stato ed è davvero straordinario. Nonostante il suo lavoro lo tenesse spesso fuori casa, è stato presentissimo. Un grande esempio per me e mio fratello Leonardo». Ogni volta che Lorenzo parla del padre, il tono della voce cambia. È palpabile il fortissimo legame che c’è fra di loro. Ce lo siamo fatti raccontare.

Lorenzo, di te si conosce pochissimo. Approfitta di questa occasione...
«Io sono l’assistente tuttofare di papà. Tutto ciò che faccio, già da qualche anno, è dare una mano a lui sia a livello tecnico che per quanto riguarda il business dell’azienda. I miei studi sono stati business e management».

Nello specifico in cosa consiste il tuo lavoro?
«In questo momento sto sviluppando una piattaforma educazionale che dovrebbe uscire a breve, indirizzata ai ragazzi, per spiegare loro che la pornografia è finzione. Per portare avanti il messaggio che mio padre vorrebbe trasmettere ai giovani, anche nelle scuole, spiegando che ciò che vedono nei film hard è una recita e che le prestazioni non rispecchiano quelle che si possono raggiungere nella vita reale. Inoltre sto lavorando su nuove tecnologie di ripresa - telecamere -, che vengono utilizzate sui set dei film e sullo sviluppo dei contenuti live streaming che vanno in rete».

Quindi tuo padre si occupa della parte creativa e tu del dietro le quinte?
«Esattamente così, anche se fisicamente anch’io sto sul set durante le riprese. Lavoro fianco a fianco con lui».

Ti è mai venuta in mente l’idea di provare, come tuo padre, ad essere un protagonista davanti alla telecamera?
«Non nego che la curiosità almeno di provare mi sia venuta. Spesso mi chiedo se sarei in grado di farlo e la mia curiosità è dettata da questo: il volermi mettere alla prova per capire se potrei farcela».

Quindi non è detto che un giorno tu non possa provare questa esperienza?
«Mio padre qualche volta mi ha detto di provarci, di mettermi alla prova».

Credi gli sarebbe piaciuto che tu avessi intrapreso la sua carriera?
«Lui non me lo ha mai detto apertamente, ma credo che in fondo in fondo non gli sarebbe dispiaciuto».

Non proveresti alcun imbarazzo nel fare sesso davanti a tuo padre?
«Io e mio fratello siamo cresciuti in una famiglia dove il sesso è sempre stato vissuto senza grossi pudori e grande libertà. Non ci sono stati mai tabù».

Oggi si punta molto il dito sulla facile fruizione della pornografia da parte dei giovani alla luce dei terribili fatti di stupro che ci restituiscono le cronache. Tu cosa ne pensi?
«Che manca una vera e propria educazione sessuale. Che se lasciamo i giovanissimi alle prese con il porno senza spiegare loro che ciò che vedono, nulla c’entra con la sessualità, gli facciamo un gran danno. Il problema non è il porno, ma come lo si maneggia».

Ragazzi che stuprano in branco, emulano le scene dei film hard che vedono, o come disse tuo padre, temono da soli di non farcela a raggiungerei livelli delle prestazioni degli attori porno?
«Quello che oggi manca nei ragazzi è la cultura del “consenso” della donna. Nei film hard, nessuna donna viene costretta o fa qualcosa contro la propria volontà. Che poi ci sia una bassa autostima fra i giovani è probabile. Se nessuno li educa alla differenza fra reale e virtuale cosa possiamo aspettarci? Io personalmente eliminerei gli attori maschi nei film».

In che senso?
«Ragiono su una logica di mercato. Oggi i video lesbo sono maggiormente richiesti. Quelli più cliccati. Le donne bastano da sole. Non mi piace il sesso troppo spinto, che poi è ciò di cui mio padre è maestro... In questo ci confrontiamo spesso. C’è un grande dialogo. Su molte cose non siamo d’accordo ma l’importante è il rispetto di punti di vista diversi. E questo fra noi non manca».

Sembra che fra i giovani stia venendo meno il senso di rispetto. A scuola è stato ripristinato il 6 in condotta. Cosa ne pensi?
«Non sono mai stato d’accordo sull’idea che la punizione renda un ragazzo migliore. Per esperienza personale io sono stato sempre molto bravo a scuola perché mi hanno fatto capire fin da subito che lo studio è una cosa fighissima, che mi avrebbe offerto opportunità nella vita. Per me la scuola non è stato un dovere ma un mezzo per migliorarmi. Credo andrebbe fatto capire di più questo, ai ragazzi. La professione di tuo padre ti ha mai creato problemi di pregiudizi nella vita? «Avere avuto un padre come il mio è solo motivo di orgoglio. Devo dirgli solo grazie. Sono un figlio fortunato».

Sei entusiasta di far parte del cast di “Ballando”?
«Si , per me è la prima volta. Sono carico e motivato. In 12 annidi fidanzamento con la ragazza da cui mi sono lasciato qualche mese fa non ho mai ballato con lei una sola volta. Ho sempre pensato di non essere in grado, mi sono sempre sentito impacciato. Questa la prendo come un’ottima occasione per imparare e vincere questo mio tabù. La prossima fidanzata che avrò , avrà un compagno con cui poter ballare». (sorride).

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