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"L'ultima volta che siamo stati bambini": l'esordio da regista di Claudio Bisio

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Annamaria Piacentini
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Osservare il titolo significa  “la nostra storia”. Nostra perchè per come è concepita riguarda noi. E  tutti  quelli che non dimenticano l'orrore di una Guerra che ha ucciso milioni di uomini, donne e bambini solo perchè erano ebrei. Ed è da qui che  nell'estate del '43  inizia il film  di Claudio Bisio , tratto dall'omonimo libro di Fabio Bartolomei (edizioni e/o).I protagonisti sono quattro bambini che “giocano” alla guerra, mentre intorno c'è il rumore assordante dei cannoni e delle bombe, quelle vere. Italo, (Vincenzo Sebastiani) è figlio di un ricco Federale, Cosimo, (Alessio di Domenicantonio) , ha il papà al confino, Vanda (Carlotta De Leonardis) è orfana di enttrambi i genitori e vive in convento, poi c'è  Riccardo, figlio di ricchi ebrei. Sono amici da sempre e hanno fatto un patto: uno per tutti, tutti per uno, sigillandolo, prima con lo sputo perchè hanno paura del sangue, e poi stringendosi le mani. Un bel quadretto, ma un giorno all'improvviso il ragazzino ebreo viene portato via dai tedeschi insieme ad altre mille persone del Ghetto. Era il 16 ottobre e il silenzio di quei momenti , faceva un “rumore” incredibile.

Toccava cuore e testa e ti sembrava impossibile che la gente fosse messa in un carro bestiame e portata via. Ma dove? E quello che si chiedono i ragazzi prendendo una decisione importante: fuggire con tenda da camping e scatolette di cibo  per cercare Riccardo e riportarlo a casa. A cercarli disperatamente sono Agnese (Marianna Fontana)  la suora del convento, e Vittorio (Federico Cesari)  fratello di Italo. Sarà una lunga ed emozionate avventura legata ai sentimenti dove i nostri ragazzi dimostreranno coraggio, altruismo  e amore. Non vi sveliamo altro perchè il film  è assolutamente da vedere. Sarà nei cinema dal 12 ottobre , distribuito da Medusa, in occasione degli 80 anni dal rastrellamento del Ghetto di Roma avvenuto il 16 ottobre del '43. Aggiungiamo il messaggio inviato a Claudio Bisio dalla Senatrice Liliana Segre: “Caro Claudio, ho molto apprezzato il tuo film  perchè hai saputo rendere la freschezza e l'innocenza dei bambini con un tratto talmente sensibile da offuscare la tragedia che sta sullo sfondo”.

 Bisio, è stato difficile mettere in scena il mondo visto dai bambini?

“Certo non è stato facile, però questo libro da cui è tratto il film lo trovavo molto interessante. Mi è piaciuto subito, ed è qui che è cominciata la terza parte della mia vita artistica.”

I giovani attori del film sono stati perfetti nei propri ruoli.

“Sì, hanno saputo dare un po' di speranza. I quattro bambini che giocano alla guerra nella Roma de '43 che si ammazzano per finta con i fucili di legno, meritano sorrisi e commozione.  Dicono  che sul set li ho fatti lavorare, ma anche divertire. Era ciò che volevo”.

Cosa la colpiva di più di questi piccoli, “grandi” protagonisti?

“Il rigore, la partecipazione.Ma giunta l'ora dell'intervallo sottolineavano che dovevano riposarsi. Accettavo subito, ma loro andavano a giocare a pallone. Ma come, mi chiedevo? E' così che ci riposiamo, rispondevano. E' stato bello lavorare insieme”.

Quando la realtà riesce ad ofuscare la tragedia. .Interessante anche il rapporto tra commedia e tragedia. Perchè è importante questo film, quando nel mondo ci sono altre guerre che sembrano non finire?

“Eppure è incredibile che  il libro e la sceneggiatura siano antecedenti alla scoppio della guerra in Ucraina. Inconsapevolmente abbiamo parlato di ciò che continua ad accadere nel mondo”.

Ha un ruolo nel film. E per il futuro ?

“Nasco attore, ho interpretato il personaggio del gerarca. Ho girato tanti film, e quasi sempre commedie.  In futuro? Non ho ancora deciso nulla, ma questo  lavoro mi piace. Quando ho letto il libro di Bartolomei ho sorriso e pianto. Mi sono chiesto: si può raccontare l'orrore senza mai mostrarlo? Credo

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