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Fininvest blindata dai Berlusconi, il nuovo ruolo di Eleonora

Benedetta Vitetta
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A quasi sei mesi dalla scomparsa di Silvio Berlusconi, a breve prenderà il via il quinquennio (perlomeno così si inizierà) targato Marina e Pier Silvio che guideranno l’impero di famiglia. Il 30 novembre si riunirà l’assemblea degli azionisti di Investi per approvare le modifiche allo statuto sociale, che accoglieranno sia quanto concordato tra i figli di Silvio Berlusconi lo scorso settembre, sia la nomina del nuovo consiglio di amministrazione che d’ora in avanti passerà da 8 a 10 membri con l’ingresso di Eleonora Berlusconi (l’unica figlia del Cav che finora aveva deciso di rimanere fuori da board della holding di famiglia che controlla Mfe - Media for Europe, l’ex Mediaset -, Mondadori e Mediolanum, ndr) e dell’avvocato Michele Carpinelli, storico consulente della famiglia Berlusconi che ha seguito il gruppo fin dai tempi dello sbarco in Borsa di Mediaset.

Nello stesso giorno si terranno pure le assemblee delle quattro holding azioniste di Fininvest (Holding Italiana Prima, Seconda, Terza e Ottava) che facevano capo a papà Silvio per deliberare sulle modifiche statutarie previste dal patto parasociale siglato lo scorso 11 settembre tra i cinque figli/eredi: Marina, Pier Silvio, Barbara, Eleonora e Luigi Berlusconi. Patto in base al quale per i prossimi cinque anni saranno i figli maggiori- Marina e Pier Silvio- a guidare il grande impero di famiglia. Nel frattempo, ieri si sono tenuti i consigli di amministrazione delle quattro holding e della stessa Fininvest che hanno dato il disco verde a queste modifiche.

 


LOCKUP PER CINQUE ANNI
Il nuovo statuto delle holding prevede una clausola di covendita e una di trascinamento: in caso di una proposta di acquisto da parte di soggetti terzi sulla maggioranza delle azioni dunque, i titolari di quote di minoranza avranno il diritto di vendere le proprie partecipazioni al medesimo prezzo, mentre gli azionisti di maggioranza avranno il diritto di coinvolgere nella vendita anche le azioni dei soci di minoranza alle stesse condizioni.

I cinque figli del Cav hanno comunque definito un accordo di lock up (si tratta di una clausola che impegna gli azionisti a non compiere azioni sul capitale per un deternimato periodo di tempo, ndr) che li impegna a non vendere quote per i prossimi cinque anni. Esattamente il tempo in cui i due fratelli maggiori lavoreranno per far sì tutte le aziende che hanno ereditato dal padre diventino ancora più grandi e solide di quanto non lo siano già oggi. Anche lo statuto della holding dinanziaria Fininvest ieri è stato modificato apportandogli le stesse clausole di covendita e di trascinamento e un lock up che vieta il trasferimento di azioni per un periodo di cinque anni.
Inoltre, nelle scorse ore, è stata già definita una politica dei dividendi secondo la quale, almeno il 50% degli utili netti distribuibili del bilancio d’esercizio saranno distribuiti ai soci salvo diversa decisione deliberata all’unanimità. Per quel che riguarda la composizione del consiglio di amministrazione, il nuovo statuto prevede che si allargi passango da 7 a 15 amministratori (in precedenza il board era composto da 3 fino a 11 componenti). Ciascun socio che detiene direttamente oltre il 21% del capitale- nello specifico la Holding Italiana Quattordicesima di Barbara, Eleonora e Luigi- ha il diritto di designare in assemblea tre consiglieri e un sindaco effettivo.

 


LE SFIDE DI MFE E MONDADORI
E se Fininvest è stata blindata, ora è tempo di far crescere le altre aziende che fan parte della galassia Berlusconi. Si parte oggi con Mfe chiamata ad approvare i conti dei primi nove mesi. Numeri che si attendono in crescita rispetto allo scorso esercizio, soprattutto grazie all’aumento della pubblicità. Solo nel mese di ottobre la raccolta pubblicitaria è salita dell’8 per cento. In più, dalla dipartita di Silvio Berlusconi, la partita su ProsiebenSat1 (Mef oggi detiene il 29% delle quote azionarie, ndr) ha imboccato una via tutta in discesa per l’ex Mediaset che, finalmente, ha ottenuto due poltrone all’interno del consiglio di sorveglianza. Infine sul fronte Mondadori, i vertici starebbero studiando un’importante acquisizione che potrebbe chiudersi entro la fine di quest’anno e, come ha riportato ieri Repubblica, non è da escludere un’espansione all’estero. 

 

 

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