Cerca
Cerca
+

Maria Stella Milani, un'italiana a Parigi

Annamaria Piacentini
  • a
  • a
  • a

Classe '96, bella, occhi azzurri e limpidi come un mare di vecchia memoria, ma anche molto intelligente. Maria Stella Milani sin da ragazzina sapeva cosa avrebbe fatto da grande: l'attrice e la scrittrice teatrale. I primi passi iniziano, dopo il liceo a Roma. Ha due genitori che l'hanno cresciuta insegnandole che niente viene regalato, e che per puntare ad un progetto bisogna fare dei sacrifici. È forte Maria Stella e vuole farcela.  Sceglie di andare a Londra dove si laurea in Diritto Internazionale alla Queen Mary University con il massimo dei voti.  Alla London School prende anche un Master in comunicazione politica of Economy: stanca? neanche per sogno: “Londra mi ha insegnato che difficile non vuole dire impossibile”, sottolinea lei. Terminati gli studi in Inghilterra, va a Parigi dove studia Arte drammatica in una scuola che offre ai giovani talenti la possibilità di montare un loro spettacolo. È un'occasione, e non se la lascia sfuggire. Così è nato “Tout ce qui nous reste”, in scena dal 2021. Lo spettacolo debutta al teatro Funambule a Montmartre, vince un premio e l’italiana a Parigi diventa un personaggio forte. Ma il cuore resta qui. Viene richiesta in Italia il 30 novembre debutta a Firenze a Palazzo Lenzi. Questa intervista è un messaggio per molti altri giovani che, come la Milani, hanno sognato di raggiungere un traguardo, pensato e amato. Ci vuole forza, e lei ne ha avuta tanta. 

Che storia racconta?

Lei e Lui si accorgono che l’amore degli inizi è “ammaccato”, non basta più. Invocano Eros, dio del Sesso, ma questi risponde di essere stato già molto generoso donando loro la fiamma dell'amore: avrebbero dovuto pensarci prima e impegnarsi a tenerla viva. Lei e Lui provano allora a farsi aiutare da Thanatos, ma neanche il dio della Morte vuole intervenire: «Solo una storia d'amore davvero notevole merita di finire in tragedia». Disperati ma non rassegnati chiamano infine Cupido, il dio dell'Amore, che proverà a lanciare le sue frecce, ma - l'Amore è cieco - non è sicuro di centrare il bersaglio.

Il suo personaggio?

Interpreto il ruolo di Lei. Donna, amante, forse un giorno madre. Sensibile, determinata ed un po' pedante, è Lei che convince Lui ad invocare Eros, Thanatos, e Cupido…

Si parla d'amore. Come mette in scena sentimenti così importanti?

Lo spettacolo è per metà figurativo, per metà astratto: un viaggio nel dubbio del desiderio, un inno alla vita imperfetta. Un gioco dell’amore e della morte per reinterrogare l’esplorazione classica della realtà, delle illusioni e delle passioni. I corpi annoiati sono divorati dai capricci e dai rimorsi. Lo spettatore è attore. L’attore è spettatore. Tutto è un pretesto. La scena è un non-luogo dove le regole cambiano, al margine delle convenzioni sociali e del tempo delle apparenze. Per mettere in scena questo amore inafferrabile ed assoluto mi sono concentrata sui momenti di vertigine e di paradosso che spesso caratterizzano le scene di vita domestica: quando il rapporto a due diventa sfinimento, quando ciò che abbiamo è, come dice il titolo, “tutto quello che ci resta”.

Ci parli di lei: studi a Londra, scelte, passioni.

Classe 1996. Dopo il Bac al Lycée Chateaubriand di Roma, sono andata a studiare a Londra all’età di diciassette anni. Mi sono laureata in Diritto Internazionale alla Queen Mary University of London e ho preso un Master in Comunicazione Politica alla London School of Economics and Political Sciences. Nel corso dei miei studi mi sono particolarmente interessata al processo del Genocidio; come prevenirlo e come fermarlo. Si tratta di un crimine di tragica attualità e diffuso più di quanto si sappia. Londra mi ha insegnato che “difficile” non vuol dire “impossibile”. Sono stati anni intensi, solitari ma anche romantici, divertenti, pieni di vita. Oggi Londra è come una seconda casa per me e le persone che ho conosciuto in quegli anni sono la mia roccia, uomini e donne che stimo, ammiro ed amo dal profondo del cuore.  E poi mi sono trasferita a Parigi… nuove abitudini, nuovi incontri ed è arrivato il teatro.

Il debutto a Parigi....

Fortuna e tenacia. A Parigi, ho studiato Arte Drammatica al Cours Florent. Durante il terzo ed ultimo anno di studi, la scuola offriva agli alunni la possibilità di montare il loro spettacolo. Così è nato “(Tout) ce qui (nous) reste”. Siamo andati in scena per la prima volta nel Settembre 2021. Lo spettacolo è stato selezionato tra i migliori lavori di fine corso della scuola ed io sono stata candidata ai Premi Jacques 2022. Da lì è incominciato tutto. Usciti dalla scuola, “(Tout) ce qui (nous) reste” è stato selezionato al Festival Nouvel Acte ed abbiamo debuttato al Teatro Funambule Montmartre.

Ora che è diventata un personaggio internazionale come affronta la vita?

Sono felice di essere cittadina dell’Europa. Credo nell’Europa. E credo in un “Teatro Europeo”. Per il resto, continuo a viaggiare con troppi bagagli. Non ho ancora imparato a viaggiare leggero, come direbbero mamma e papà…  

È stato difficile arrivare sino qui? Lei è giovanissima, a cosa ha dovuto rinunciare?

All’inizio, mi sembrava che dovessi fare una scelta tra una strada creativa ed una accademica. Viviamo in una società in cui quello che fai vale di più di quello che sei. Per cui, molto spesso mi chiedevano: “Ma quindi: teatro o legge?” Con il tempo ho capito che i percorsi si incrociavano e non bisognava rinunciare alle sfaccettature.

Se tornasse indietro rifarebbe le stesse scelte?

Assolutamente. Sono molto protettiva nei confronti del mio passato. Mi ha reso la persona che sono. Perfino in amore rifarei le stesse scelte! Senza le mie storie d’amore, sia quelle vissute che quelle immaginate, non avrei mai scritto “(Tout) ce qui (nous) reste”!

So che è stata molto applaudita in Francia (Parigi) , che emozioni ha provato? Un’italiana a Parigi...che ora affronta i palcoscenici italiani: da dove comincia? Date e luoghi.

Un’italiana a Parigi… infinita emozione e soddisfazione. Un sogno. Sarò sempre grata alla Francia per avermi dato la possibilità creativa ed economica di realizzare il mio spettacolo. E sottolineo la parte economica perché non è scontato trovare chi scommette sulle giovani generazioni. E da Parigi a… Firenze! Il 30 Novembre lo spettacolo andrà in scena nel quattrocentesco Palazzo Lenzi, sede dell’Istituto Francese. Sarà il debutto del cuore, finalmente a casa!

Spente le luci dei riflettori, chi è Maria Stella?

Arduo dare una risposta. Mi piace pensare che sono restata la bambina che ero, quella che giocava con le bambole e si inventava delle storie.

Che progetti ha per il futuro?

In questo momento sto lavorando alla scrittura di un nuovo spettacolo in Francia ma per scaramanzia non le dirò di più! Naturalmente, mi auguro che il debutto a Firenze segni l’inizio di un percorso lavorativo che mi porti a lavorare maggiormente in Italia, il mio Paese.

 

Dai blog