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Il film Adagio di Stefano Sollima...andrà molto forte

Annamaria Piacentini
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Pierfrancesco Favino, Valerio Mastandrea e Tony Servillo in “ADAGIO”, concludono la trilogia noir di Stefano Sollima. Il regista, dopo i suoi trascorsi americani e il successo di Romanzo criminale e Suburra , mette in scena un nuovo film d'azione, dove la violenza la fa da padrona. C'è anche molta verità in questa crime story di grande impatto: lo sappiamo tutti ora Roma è diventata violenta. I fatti e misfatti che vediamo sul grande schermo, esistono, dove regna la malavita, il silenzio colpevole e la moralità perduta. Oggi niente è più palpabile a livello sociale, neanche la disperazione. E ciò che raccontano i nostri protagonisti, uomini violenti, assassini senza scrupoli, pronti ad uccidere anche donne e bambini.E poi, c'è la bravura dei nostri protagonisti che cerchi di respingere, a cui non puoi negare un applauso. Prendiamo Favino che solo per subire la trasformazione fisica e adeguarsi al suo personaggio ha dovuto passare ore al trucco. Non è più lui: ha il viso gonfio e i capelli rasati, ma è talmente bravo che dell'aspetto fisico ti importa poco, e quando comicia il suo “gioco” sibillino, guardi solo l'interpretazione. E' magnifica! “All'inizio, ciò che mi è piaciuto di più”- racconta Favino - era l'idea di impersonare un personaggio che potevi incontrare per strada, quasi un fumetto, anche se conosciamo l'origine di questo uomo così pericoloso. Comunque, è stato bello inventare un corpo, un modo di essere...una scatola dove mettere tutte le emozioni in un fisico provato e ferito. Ho sempre pensato ad un insetto, ad una specie di blatta. Sento moltissimo che l'elemento simbolico di questo film è un'emozione condivisa fra tutti noi, se non fosse così, questi personaggi rimarrebbero chiusi”.

In contrasto, Tony Servillo è un uomo strano, difficile, dalla doppia identità che finge di essere malato ma, subito dopo, pronto ad azzannare i suoi nemici, per poi metterli al muro: “L'approccio al film dal punto di vista fisico è stato impegnativo”, ammette Servillo, mi chiedevo: ma è malato davvero o deve fingere? La risposta era...non lo so. Così abbiamo tenuto il pubblico sempre nell'incertezza, ma il modo di camminare, di rispondere a chi voleva capire se era davvero affetto da una malattia degenerativa, è stato interessante". Per il regista raccontare un'epoca che stava per finire era quasi un atto dovuto: ”Sono partito da una scelta, commenta Sollima - una Roma sotterranea, che nasce incredibilmente da un'atto d'amore per mettere in mostra l'oscurità che i personaggi hanno dentro”. Il film esce il 14 dicembre, una data natalizia assolutamente asimmetrica. In questo periodo c'è una grande concorrenza: tra cartoni animati e buonisti dell'ultima ora e un film come Adagio, sembra quasi un intruso. Ma secondo noi si incastra bene. Motivo? Nessuno vuole vivere queste tensioni nella realtà, ma vederle sullo schermo alla fine fa riflettere: ciò che vedi non è reale. Quindi, meglio un po' di tensione, il troppo miele: fa male!

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