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Gianni Morandi, la soffiata su Thiago Motta: "Destinato a una big di Serie A"

Leonardo Iannacci
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Nel giorno del 79esimo compleanno, il regalo più bello glielo ha fatto il Bologna, del quale è stato anche presidente. Gianni Morandi si è svegliato, ieri mattina, e quasi non credeva ai propri occhi: un quarto posto in classifica della squadra del cuore non lo ricordava da tempo. «Questo Bologna fa sognare, è forte e mi piace come gioca. Motta è uno stratega, uno che incide e sarebbe un peccato non restasse. Ma è destinato a una grande squadra da Champions e l’unica arma per trattenerlo alla fine del campionato sarebbe la conquista di un posto in Europa», ha detto l’eterno ragazzo di Monghidoro che aggiunge un pensiero anche sul capitano De Silvetri: «È lui la vera anima della squadra e anche un ottimo cantante...», spiega sorridendo.

E da lassù è certamente felice anche Lucio Dalla: la sua poltroncina in tribuna è sempre libera, porta il suo nome per una promessa tra Lucio e il manager Tobia. I due giurarono: se uno di noi muore, l’altro continuerà a fare doppio abbonamento. Pillole di un romanticismo d’altri tempi. L’attuale zona Champions e la sorpresa di essere davanti a squadroni che si chiamano Lazio, Napoli e Atalanta ha scaldato la città: lo stadio Dall’Ara, domenica prossima, sarà pieno come un uovo perla sfida d’alta classifica alla Roma. E Mou sarà costretto a fare a meno degli squalificati Lukaku e Zalewski e dell’infortunato Dybala, out per un problema muscolare rimediato contro la Fiorentina.

 

 

I TRE SEGRETI - I segreti di questo incredibile Bologna sono tre principalmente: l’allenatore, il centravanti, il direttore sportivo. Thiago Motta è da tempo in rampa di lancio, molte big lo seguono. Come fa giocare questo Bologna è sotto gli occhi di tutti: passaggi di prima, possesso palla (spesso attorno al 60%), un centrocampo muscolare e di personalità che protegge la difesa in modo algebrico. Il Bologna è la terza formazione di A che subisce meno gol (12), dietro alle corazzate Inter (7) e Juve (9). E la sua non è un’organizzazione di squadra nel segno del cortomusismo. «Non sono orgoglioso della classifica ma dei miei ragazzi che stanno bene insieme e si aiutano sempre», ha detto Motta tenendo il consueto basso profilo. E sui singoli: «Zirkzee è un giocatore eccezionale e anche una persona top. Ferguson è fantastico anche quando si vede poco».

A proposito di Joshua Zirkzee, il 22enne olandese è un centravanti atipico e il vero leader della squadra. Un potenziale campioncino passato dal Parma senza incantare per un grave infortunio e non valorizzato dal Bayern Monaco. Acquistato dal Bologna due anni fa per fare il vice di Arnautovic, Zirkzee si è imposto con talento e capacità di segnare (già 7 i gol e 2 gli assist in 14 partite da titolare). Salta l’uomo, scarta gli avversari, tiene palla e fa salire la squadra.

 

 

La fase difensiva parte da lui, quella offensiva si conclude con le sue magie. Joshua è la punta dell’iceberg di un mercato estivo condotto con maestria da Giovanni Sartori, il mago del Chievo miracoloso e dell’Atalanta che ha stupito tutti per anni. A Bologna ha impostato un altro mercato intelligente pescando giocatori pagati il giusto che Motta ha trasformato in punti fermi: dallo scozzese Ferguson all’austriaco Posch, dallo svizzero Ndoye a Calafiori, scartato dalla Roma, al batavo Beukemann, sino allo stesso Zirkzee che è stato acquistato dal Bayern per 9 milioni di euro ma che oggi vale già il doppio. Grazie a Sartori si annunciano a fine anno plusvalenze mai viste prima sotto le Due Torri. Di soldi ma soprattutto di risultati. Bologna docet, ora anche nel calcio. 

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