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Beautiful, la protesta grottesca contro Mediaset a Milano: che cartelli appaiono in strada

Marco Rocchi
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«Stanno uccidendo Beautiful, negli ultimi otto anni le puntate sono passate da 22 a 11 minuti. Vergogna a Mediaset che maltratta la nostra soap preferita!!!», firmato o meglio non firmato ma la genesi è chiara: a lamentarsi è uno o più appassionati e pluriennali seguaci della soap opera Beautiful. Nome vero The Bold and the Beautiful.

Affezionati spettatori che hanno voluto così animare una protesta a suon di ciclostile e fogli formato A4, stampati quasi sicuramente a casa, e appiccicati sui lampioni di Milano, come un “cerco stanza” qualsiasi ai tempi dell’università. Impossibile conoscere l’età degli autori di questa simpatica bravata tipografica corredata dalle facce di Brooke, l’immarcescibile Katherine Kelly Lang a fianco al suo Ridge, quello nuovo si intende, o quasi.

 

 

Sono giusto una decina d’anni infatti, precisamente quest’anno dodici, che il celeberrimo mascellone di Ronn Moss è stato sostituito dal teutonico Thorsten Kaye. Un passaggio che, a occhio e croce, stando alle proteste dei fan spazientiti, potrebbe riassumere il continuo taglio alla durata delle puntate italiane della soap opera hollywodiana più longeva, in onda in Usa dal 1987 e arrivata in Italia nel 1992, la bellezza di trentadue anni fa nel corso dei quali ha attraversato, rapito o anche mollato il cuore di molte generazioni di telespettatori.

Solo che, appunto, se agli albori, che furono in Rai, le puntate duravano la bellezza di 25 minuti, dalle 19,20 alle 19,45, facendo da traino all’edizione serale del Tg2, passata a Mediaset, a metà anni Novanta - si dice con grande gioia di Maria De Filippi che si è più volte detta grandissima fan delle avventure di casa Forrester - la durata delle puntate ha cominciato, di poco a ridimensionarsi. I “protestanti” parlano, infatti, fino a una decina di anni fa di un tempo standard di 22 minuti. Ora, invece, le puntate durano in media esattamente la metà, sminuzzate dalle televendite sempre più dilaganti in apertura e dagli spazi dedicati al Grande Fratello, fino agli spot all’interno delle puntate stesse che (per la felicità di Mediaset) ancora si vendono che è un piacere. Ma il particolare che ha fatto imbufalire oltremodo la fan-zone della soap sono gli spezzoni di replica del giorno precedente giudicati davvero eccessivi, quasi al pari di una presa in giro. Tanto da far scattar la protesta all’antica, a suon di volantini.

 

 

Un malumore che, tuttavia, covava da tempo sugli spazi social come il divertentissimo TwittamiBeautiful, bacheca su X (ex Twitter) dove gli appassionati si sfogano in considerazioni, paragoni, possibili sfumature della trama, meme e un’ironia tagliente al punto da meritare quasi il second screen nel corso delle puntate purtroppo sempre più brevi. C’è da dire, tuttavia, che se nella serie si parla da tre decenni e un lustro di tradimenti, corna, scambi di coppie, possibili travagli amorosi capaci, pure quelli, di attraversare le generazioni di protagonisti, i telespettatori restano fedeli.

 

 

Alcuni probabilmente quasi secolari, almeno quanto John McCook, 80 anni il prossimo mese di giugno e da oltre trentacinque anni nei panni dello stilista Eric Forrester, arrapatissimo patriarca della famiglia. Unico attore, assieme all’interprete di Brooke Logan, a non essere mai cambiato. Le programmazioni successive a Beautiful, invece, nel corso degli anni sono cambiate ripetutamente, con serie iniziate e finite come le italiane Vivere e Centovetrine, passando negli anni dieci del nuovo secolo alle tormentante vicende spagnole de Una Vita e Il Segreto, concluse anche quelle, fino all’attuale successo da prima serata della serie turca Terra Amara. Surrogati di Beautiful, si intende, che tuttavia nel corso degli anni hanno guadagnato spettatori superando anche spesso la soap americana. Che evidentemente paga il leggero calo di ascolti con un piccolo ma necessario ridimensionamento. 

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