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Sanremo 2024, Geolier? Il rapper amico dei "cattivi": i pregiudicati nei suoi video

Marcello Vinonuovo
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Cosa pensereste se vi dicessi che un big di Sanremo ha presentato ieri un video con due cantanti condannati per una sparatoria con rapine e violenze? E cosa penseremmo del palco più importante d’Italia se non si preoccupasse di promuovere, anche se indirettamente, l’uso delle armi, della violenza, del sopruso che quotidianamente i cittadini onesti subiscono nei loro quartieri, al centro e in periferia? È quello che succede.

Ieri Geolier, famoso rapper emergente napoletano, due milioni di follower su Instagram e pronto a sbarcare sul palco del Festival, ha annunciato il suo nuovo videoclip con Baby Gang e Simba La Rue, riedizione del brano Calcolatrici. I due ragazzi sono stati appena condannati a 5 e 6 anni per una rissa, completa di gambizzazioni, rapine e botte contro due senegalesi a Milano. Ma non è solo questo. I giudici li hanno definiti «cacciatori di prede», ne hanno raccontato la loro «spiccata pericolosità sociale», nonostante si siano sempre difesi dicendo di essere solo dei cantanti che raccontano la violenza, la difficoltà dei quartieri dove sono cresciuti. Insomma si spacciano per Oliver Stone, ma in realtà stanno replicando la violenza e le faide dei rapper americani 30 anni fa. E le glorificano nelle loro canzoni.

 

 

 

BANDE AVVERSARIE

Arriviamo in ritardo rispetto all’America, ma anche qui bande di immigrati di seconda generazione hanno scelto la pistola per parlare e la musica per coprire le loro azioni violente. Vanno in tv, e ne vediamo parecchi, a dire che è giusto rubare una catenina o un paio di scarpe per strada, rapinare per «prendersi quello che gli manca». E poi passare il tempo a fumare e sparare, litigando con le bande avversarie, difendendo il territorio, manco fosse loro. Una religione dell’illegalità accomuna queste baby gang di criminali. Un culto fatto di tute, borselli, uno slang inglese, francese e arabo assieme, l’odio per la polizia che sfidano e offendono, e tanta illegalità sfoggiata sui social per vantarsi. Si chiamano “Maranza” soprattutto a Milano dove il termine è diventato la fusione di “marocchino” e “zanza”, furfante, poco di buono.
Ecco che arriva il punto di non ritorno.

Così Geolier da Secondigliano, vero nome Emanuele Palumbo, che ha all’attivo già tante collaborazioni, tra cui Sfera Ebbasta, Rocco Hunt, Gue Pequeno, due album di successo e decine di dischi di oro e platino, arriva a Sanremo e porta con sé il suo bagaglio culturale. Dentro anche Baby Gang e Simba La Rue, entrambi con all’attivo rapine e violenze, alcune raccontate nei videoclip. È stato lo stesso Baby Gang a raccontare una rapina con fucile in mano in treno a Lecco in uno dei sui video musicali. È stato lo stesso Simba La Rue a offendere e mortificare i giornalisti che seguivano i processi ai quali si presentava con pesanti accuse e minacce. E poi c’è Shiva, altro rapper arrestato con l’accusa di tentato omicidio. Le immagini degli spari ad altezza uomo sembrano riportarci agli anni 70. Secondo gli inquirenti avrebbe provato a freddare due rivali davanti a una casa discografica.

 

 

 

ANNI LUCE

A casa, casualmente, aveva machete e armi. Anche lui è nel pantheon di Geolier. Collaborazioni eccellenti, che si fanno in questo mondo solo con i “fratelli”. Anni luce dal rispetto per la legge e il buon senso. Uno schiaffo in faccia a chi lavora per comprare quello che i maranza rubano, a chi vive educatamente mentre le baby gang mettono a ferro e fuoco i nostri quartieri, a chi rispetta il prossimo e la legge, mentre loro girano armati, sparando, picchiando, mezzi fatti da droghe e senso di superiorità. Geolier non ha fatto nulla di tutto questo, anzi ha anche criticato pubblicamente chi gioca a fare il gangster (e questo gli fa onore), ma non vorremmo che poi vada bene chi il criminale lo fa davvero. Con questi si può collaborare senza problemi? Cosa pensereste se vi dicessi che quest’anno, senza grande consapevolezza, portiamo anche tutto ciò sul palco di Sanremo? È tutto vero. 

 

 

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